LA FESTA

Carnevale, maschere e piatti tipici: vince la tradizione

Dalla Costiera Amalfitana al Cilento numerosi i borghi che trascorrono il Martedì grasso tra riti ancestrali e antichi sapori

SALERNO - Per il fascino che esercita e il mistero che continua a possedere a distanza di almeno due secoli da quelle che la memoria ricorda come le prime rappresentazioni, il Carnevale di San Mauro Cilento è sicuramente uno dei più antichi e tradizionali della Campania. Culti ancestrali con scene che si intrecciano tra di loro e che rimandano alla commedia dell’arte, ma prima ancora al mondo greco del modello di Aristofane, irriverente e grottesco. Gli attori della Maschkarata di San Mauro Cilento appartengono al mondo rurale locale, un teatro quotidiano e reale, di ironia, tristezza e finta allegria, con rituali e figure di attori che si tramandano da anni di padre in figlio, in una sorta di continuità generazionale. Le vie del paese e le sue piazze sono il “palcoscenico” di un evento che si tiene normalmente l’ultima domenica del Carnevale e il martedì grasso. Il giorno della sfilata viene suonata la tófa, che annuncia l’antica manifestazione.

Cosa accade? Pulcinella deve a tutti i costi far maritare le zite. Ogni tanto il prete prova a rapirne una. Doppia persona, un manichino dalle forme umane montato sulla schiena dell’attore, è sicuramente la maschera caratteristica. Poi c’è il cacciatore, il prete, il vescovo. Il martedì grasso entra in scena Cannuluvàro, già morto, per aver mangiato troppe polpette. Disteso su una scala, è portato a spalle da quattro maschere vestite di nero. È un pupazzo di paglia, che alla fine della sfilata, viene bruciato. Un appuntamento che a San Mauro Cilento si rinnova ogni anno, portando avanti una tradizione ormai secolare, sulla quale, fin dagli anni Sessanta, a cura di storici del posto, è stata avviata una lunga e approfondita ricerca che ha spinto anche il Comune a chiedere che l’antico carnevale sia riconosciuto dall’Unesco “Patrimonio Immateriale dell’Umanità”. Ma sono molte le realtà, in tutto il Cilento, che ancora oggi tentano di mantenere vive le proprie radici attraverso il Carnevale. Spesso pratiche popolari, giochi rurali, come quello mantenuta fino a oggi a Valle Cilento, piccola frazione di Sessa Cilento. Un gioco antichissimo in cui ogni componente lancia il caciocavallo, cercando di superare il tratto segnato precedentemente con un bastone. Un gioco, tra squadre, che si conclude sempre consumando ciò che rimane del caciocavallo e che si rinnova grazie a persone del posto che continuano la tradizione. È riuscito a diventare tradizione anche il Gran Carnevale Maiorese, in Costiera Amalfitana, grandioso nelle sue rappresentazioni sceniche, tra capolavori in cartapesta che sfilano da quasi cinquant’anni.

Negli anni la lavorazione dei carri, a opera degli artigiani carristi, oggi ha raggiunto livelli di assoluta eccellenza, portando il carnevale maiorese non solo a essere uno dei più longevi della regione ma anche quello con l’anima più forte e profonda. Un riferimento importante anche perché conta sulla presenza costante di gruppi provenienti da paesi vicini come Tramonti, Minori e Amalfi, diventando anche scambio e condivisione tra le varie comunità della Costiera. Da Scafati a Sapri, passando per Nocera, Agropoli e Salerno, il Carnevale dei nostri giorni è un magnifico happening che coinvolge grandi e bambini tra sfilate di carri allegorici e “sfrenatezza”, per dare inizio alla Quaresima. Ma non solo maschere. Carnevale significa anche prelibatezze culinarie sia dolci che salate, che spesso variano in base alle regioni. Tra i dolci più conosciuti e consumati in provincia di Salerno ci sono sicuramente le chiacchiere, le castagnole e le polpette.

Anche il migliaccio fa parte dei dolci tipici del periodo di Carnevale che non manca sulle tavole soprattutto di Praiano. Si tratta di un dolce semplice, a base di ricotta, uova e latte, profumata agli agrumi e vaniglia. Anche il sanguinaccio è tipico. In passato preparato con il sangue del maiale, oggi sostituito con il cioccolato, è una bomba calorica e golosa che accompagna le chiacchiere e quella teatrale allegria e giocosità di bambini e adulti in maschera a celebrare il fascino di un mondo fatto di balli, scherzi e tradizioni felici.

Marianna Vallone