AGLI INFRESCHI

Camerota, pesca al chiaro di luna: Lamparate Covid free

Notti in mare nel Cilento: «Ma i posti in barca sono limitati»

Dopo un lungo lockdown nel Cilento riprendono a riaccendersi le “lamparate”. Un’antica tecnica di pesca del pesce azzurro divenuta, col passare degli anni, una tradizione, un appuntamento estivo imperdibile per i villeggianti a Marina di Camerota. I vecchi pescatori imbarcano per una notte i turisti a bordo delle proprie barche e pescano con loro al chiarore di luna. «La lampara è una grande lampada a gas - racconta Felix D’Andrea, pescatore e titolare della cooperativa “Cilento Blu” - che viene installata su un gozzo per attirare i pesci in prossimità della barca. Poi, sotto lo sguardo attento dei passeggeri, i marinai calano in mare le reti spiegando le tecniche adoperate».

Alici, sauri, sarde e sugherelli da cucinare al momento sono il risultato della pesca che viene sempre accolta con fragorosi applausi. Tra enormi banchi di occhiate che passano tranquille sotto la barca, i passeggeri si rilassano in attesa che la cena sia pronta. Poi lo “sbarco” su una delle tante spiaggette accessibili soltanto via mare, nelle quali, mentre l’equipaggio si occupa di cucinare, i passeggeri si godono un tuffo nelle acque cristalline. E quest’anno le lamparate sono ancora più affascinanti. «Con le direttive anticovid - racconta Felix - il numero dei partecipanti si è drasticamente ridotto. Sulle barche, per assicurare il pieno rispetto delle distanze di sicurezza, imbarchiamo meno persone. Questo consente a tutti gli ospiti di trascorrere serate tranquille, più confidenziali e in assoluta sicurezza».

Insomma, lamparate covid free. «La sicurezza dei nostri ospiti è alla base del nostro lavoro - racconta Gioia, la figlia di Felix - e chi viene in mare con noi deve potersi rilassare al cento per cento». La partenza è dal porto di Marina di Camerota, intorno alle 21. Gruppi di amici, famiglie e appassionati salgono a bordo delle barche dei pescatori. E l’equipaggio guida i turisti attraverso la costa degli Infreschi e li istruisce sugli usi e le abitudini dei pescatori. «Sulle nostre imbarcazioni - spiega Sara, l’altra figlia di Felix, appena 21 anni ed unica donna marittima del Cilento - i turisti ci aiutano a issare il pesce, si sporcano le mani, e si divertono tantissimo. È tra i passeggeri ci sono sempre più ragazzi che per una notte scelgono il mare anziché il chiasso di una discoteca».

E la conferma arriva dal numero di giovani, sempre più in crescita, che tutte le sere affollano i botteghini delle varie cooperative di pescatori dislocate sull’area portuale. «In barca - aggiunge Sara - si crea subito un’atmosfera cordiale, si diventa una grande famiglia e si trascorre una serata in allegria». Al costo di una cena i passeggeri hanno la possibilità di osservare la costa selvaggia sotto le stelle, di imparare un’antica tecnica di pesca e soprattutto gustare il sapore impareggiabile del pesce pescato davanti ai loro occhi.

«Cerchiamo sempre di dare il meglio di noi per lasciare un buon ricordo ai turisti che decidono di trascorrere una giornata in nostra compagnia», spiega Felix. E dopo l’ultimo bagno nelle acque cristalline dell’area marina protetta degli Infreschi e della Masseta, il comandante fa rotta verso casa. E a bordo non manca mai un buon bicchiere di finocchietto o di limoncello, preparato in casa dalle mogli dei pescatori. L’ilarità dilaga e l’equipaggio può finalmente rilassarsi: la battuta di pesca è finita.

Vincenzo Rubano