oggi da imagine’s book 

Bowie in ateneo: in un libro la “canonizzazione” di un’icona ibrida e trasgressiva

Icona estetica, simbolo pluricelebrato di una diversità trasgressiva ed ultrapop, ma anche emblema new wave, mito cinematografico, musa teatrale, corpo plastico ed eccezionale cool hunter, capace di...

Icona estetica, simbolo pluricelebrato di una diversità trasgressiva ed ultrapop, ma anche emblema new wave, mito cinematografico, musa teatrale, corpo plastico ed eccezionale cool hunter, capace di stravolgere tendenze e generi codificati per reinventare, con uno stile inconfondibile, una nuova narrazione, mai uguale a se stessa. “Far above the world - David Bowie tra consumi culturali e analisi del discorso” è in quest’ottica una sorta di guida per tentare di restituire la complessità di un artista che incarna la seduzione delle star di moraniana memoria. Il volume, curato da Alfonso Amendola e Linda Barone per i tipi di Areablu edizioni, sarà presentato oggi pomeriggio alle 18.30, presso gli spazi della libreria Imagine’s Book di corso Garibaldi. Non si tratta di un libro nato per rendere omaggio al Bowie musicista, ma di un lavoro collettivo, progettato tre anni fa, nel novembre del 2014, nel corso di una giornata di studi, tenuta presso l’Università, dal titolo “And nothing has changed, everything has changes: 50 anni di David Bowie”. Il pop entra nell’accademia per celebrare la carriera di una star poliedrica, ma anche per mescolare, come in un caleidoscopio, visioni e spunti disparatissimi, con l’obiettivo di riammagliare i volti, le voci, i costumi di un uomo che proprio come il suo ultimo Lazarus, muore e risorge nel ricordo di una venerazione intragenerazionale. Non a caso, nella premessa, la docente Flora de Giovanni richiama l’effetto canonizzazione della mostra itinerante dedicatagli dal Victoria and Albert Museum, per poi soffermarsi sui contributi che rendono il volume originalissimo nel suo genere. Se Amendola si è concentrato su Bowie quale eroe nell’immaginario della contemporaneità, Sergio Brancato ha guardato all’artista come a un’icona culturale; analisi del testo e rimandi alla poetica di William Burroughs sono alla base dell’analisi di Linda Barone, mentre Iain Halliday ha voluto affrontare l’aspetto più propriamente musicale. A seguire l’arte della metamorfosi secondo Antonio Ciarletta, l’ambiguità sessuale vista da Claudia Di Cresce, il leader del fashion world con Marianna Carbone, un focus sugli audiovisivi affidato a Lorenzo Campese, il connubio scenico con Lindsay Kemp secondo Vincenzo Del Gaudio, gli echi pop di Warhol analizzati da Carla Rossetti, Bowie e il mondo dei fumetti con Mario Tirino e un’operazione cartografica tra video, film, bibliografie e sitografie vista da Novella Troianiello. (b.c.)
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