Fabrizio Bosso

CAVA DE' TIRRENI

Bosso fa ritorno a Cava: «La ricerca del suono garanzia di perfezione»

Il trombettista stasera in concerto al Moro col nuovo album Sul palco Mazzariello, Ferrazza e Angelucci. Rava ospite doc

CAVA DE TIRRENI . Due musicisti su cui si regge il jazz contemporaneo, questa sera (ore 22) sono attesi sul palco del Moro di Cava de’ Tirreni, dove Fabrizio Bosso presenta in concerto il suo nuovo album “State of the Art” uscito due giorni fa per la Warner. Ospite d’eccezione è Enrico Rava.
Lo stato dell’arte è un titolo che evoca un’intenzione: quale?
L’intenzione di fermare un momento, questa fase della mia carriera, con una formazione con cui viene fuori il mio stato dell’arte, sono loro che tirano fuori la musica che ho in testa. Dovevo custodire questi due anni di musica, i diversi concerti, lo stato di questo momento che mi piace particolarmente. Volevo solo fermare questo tipo di suono che tra un anno o due potrebbe cambiare. Nel disco ci sono estratti da più live per dare a chi ascolta l’idea di essere a un concerto. Non ho tagliato neanche gli assoli, i brani hanno lunghezze differenti rispetto a una registrazione in studio perciò è servito un disco doppio.
Quindi è un disco destinato a palati fini.
Quando le cose si fanno d’istinto, non ci preoccupa se possano funzionare o meno. Giudicare i miei lavori è sempre molto complicato. Prima si registrava più spesso dal vivo, oggi sono tutti perfezionisti, non è stato facile convincere il produttore. Alla fine di ogni concerto, pensi spesso che avresti voluto suonare diversamente. Quando suoni dal vivo le imprecisioni sono quelle che danno colore al discorso. Ho deciso di tenere anche le cose sbagliate, per uscire un po’ dallo stress della perfezione a tutti i costi.
C’è qualcosa per lei di più importante della perfezione stilistica?
«Il suono. Quello non si finisce mai di cercarlo, è la cosa che ti tiene vivo. Quando ti senti appagato finisce tutto, è importante cercare sempre nuove sfumature. Il linguaggio dopo anni di studio lo acquisisci, anche se io studio ancora oggi quando posso. E ascolto tanta musica, soprattutto le novità. Il rischio di non sopportarti più è sempre alto. Ma conta anche salire sul palco con persone che stimo, con cui posso andare oltre alla musica. Con cui condivido anche altro nella vita, se ci limitassimo a quell’ora accadrebbe poco. Se c’è in ballo l’amicizia, quando sali sul palco hai più emozioni da portare.
Stasera, un musicista della sua formazione gioca in casa: Julian Oliver Mazzariello.
Julian è il mio pianista di riferimento, faccio fatica a pensare ad altri. Fa sempre la cosa giusta al momento giusto, è sempre connesso. Ha un’attitudine naturale nel seguirmi, questo per me è altruismo. Se vuoi avere un suono di gruppo tutti devono essere protagonisti a prescindere dal fatto che io sono leader. Devono essere tutti responsabili di ogni nota che fanno. Siamo partiti dal Blue Note, arriviamo a Cava già riscaldati. Almeno tre o quattro volte l’anno, al Moro, devo suonarci, ci devo essere.
Cosa riserva il futuro a Fabrizio Bosso?
«Stiamo mettendo su tributo a Dizzy Gillespie con nove fiati, gireremo molto. Non ho intenzione di scimmiottare il maestro, sarebbe impossibile, ha fatto la storia. L’intento è riproporre in chiave moderna i suoi classici, con nuovi arrangiamenti.
Bosso sarà accompagnato sul palco del Moro di Cava de’ Tirreni dal suo quartetto composto, oltre che dal pianista Julian Oliver Mazzariello, dal contrabbassista Jacopo Ferrazza e dal batterista Nicola Angelucci.

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