il libro del rifugiato politico

Bitani e l’inferno dell’Afghanistan «I talebani inseguono il potere»

SALERNO. «Lascio le armi per impugnare la penna. Dopo aver vissuto la giovinezza nell’ipocrisia, ho bisogno di verità». Inizia così Farhad Bitani, 27enne ex-capitano dell’esercito afgano oggi...

SALERNO. «Lascio le armi per impugnare la penna. Dopo aver vissuto la giovinezza nell’ipocrisia, ho bisogno di verità». Inizia così Farhad Bitani, 27enne ex-capitano dell’esercito afgano oggi rifugiato politico, e nel suo sguardo crepitano rabbia ed una certa avidità di giustizia. Con l’odio dei fanatici, Farhad, ha dovuto misurarsi da sempre: suo padre, già comandante dei mujaheddin e poi generale di corpo d’armata, ha trascorso buona parte della propria esistenza a caccia di telebani. Loro, l’hanno ripagato mettendo lui e la sua famiglia nel mirino.

La sua storia è oggi un libro, “L’ultimo lenzuolo bianco. L’inferno e il cuore dell’Afghanistan” (edito Guaraldi), presentato anche a Salerno nella cornice del teatro Ghirelli. «I talebani e i mujaheddin indossano una maschera - ha raccontato - usano l’Islam, inseguono il potere e il denaro, violentano le donne e i bambini. Il popolo afghano deve aprire gli occhi».

Il giovane Farad vive in Italia dal 2004, ha frequentato due anni all’Accademia militare di Modena, poi tre anni alla scuola di applicazione di Torino dove risiede tuttora. Ogni tanto ritorna in Afghanistan dove fa parte di “Speranza e Cambiamento”, un gruppo politico che si batte contro la corruzione nel governo Karzai.

«Con i talebani ho assistito a stupri, decapitazioni. Con i mujaheddin famiglie potenti come la mia si sono spartite gli aiuti umanitari – ha continuato - Ho lapidato due donne. Non provavo sensi di colpa. Ma le grida di quella madre e delle sue figlie obbligate ad assistere all'esecuzione non le dimenticherò mai. Il fondamentalismo islamico vuole la fine dell’Occidente. Come i mujaheddin e i talebani, anche io ero un fondamentalista poi ho capito l’ipocrisia nascosta nella mia terra».

Rita Esposito

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