IL LUTTO

Battiato, dall’Augusteo al “messaggio” al Papa

Il maestro scomparso ieri e i live “vista mare” a Salerno. Quella provocazione a Camerota: «Bergoglio non conosce Dio»

«Cosa vorresti rimanesse di te?» domandò una volta uno dei mostri sacri del giornalismo nostrano, Vincenzo Mollica, al grandissimo maestro Franco Battiato. «Un suono», rispose lui. Ci ha lasciati ieri, a 76 anni, una delle ragioni per cui possiamo dire, gonfiando il petto d’orgoglio, che la nostra musica, quella italiana, è davvero un patrimonio da preservare. Ci ha lasciati il Maestro Franco Battiato, un’anima volante, un eterno curioso, un artista raro che non potrà mai essere dimenticato. Un amico per chiunque possedesse il dono di riconoscere la bellezza. Un amico del Cilento, del salernitano, della Campania intera, dove più volte è stato a raccogliere gli abbracci più calorosi del suo pubblico e dei suoi colleghi, che proprio in queste ore gli stanno tributando il rispetto ed il ricordo che merita.

Tanti i teatri in cui s’è esibito nei suoi capolavori, ricchi d’avanguardia e di spiccata intelligenza, la stessa che ha dato origine a brani dalle sonorità leggere e all’apparenza frivole, ma con riferimenti culturali nei testi che nessuno, se non il Maestro Battiato, avrebbe osato inserire, dal Teatro Augusteo nel 1981 ai capodanni in piazza Amendola, nel 2000 e nel 2008, oppure Ravello, dove nei primi giorni del luglio del 2000 incantò la platea del festival, o ancora la partecipazione straordinaria, da super ospite, al Giffoni Film Festival 2012, dove il suo estro si mischiò con la curiosità e la sagacia dei giovani. In tale occasione l’artista de “La cura” ricevette il prestigioso premio Truffaut, e alla platea disse: «A 67 anni comincio a essere contento della vita». Nel 2013 il concerto all’Arena del Mare a Salerno.

E l’anno successivo partecipò al Meeting del Mare con il direttore artistico Don Gianni Citro, di cui conserva un ricordo ben nitido: «Franco è stato ospite del Meeting del Mare per ben due volte - ricorda Citro - . Quando lo chiamai per la seconda volta era la 18esima edizione del festival e lui mi disse sorridendo “Ti serve il compare?”. E fu proprio così ». Con una memorabile provocazione, che fece discutere l’Italia intera: «Mi dispiace per Papa Bergoglio che è molto simpatico, ma lui non ha anche idea di che cosa è Dio», le parole di Battiato. Don Citro scherzò: ««Non voglio fare carriera, anzi tu oggi me l’hai stroncata», disse ironicamente. Era Battiato. «Dopo il suo concerto - ricorda don Citro - portammo sul palco, davanti a 30mila persone, una grande torta, e facemmo una splendida festa. Il festival diventava maggiorenne con un evento tra i più belli e profondi di sempre nella storia del Meeting. Battiato è uno degli spiriti più alti che io abbia mai conosciuto».

Anche il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, ha voluto ricordarlo: «Protagonista di una meravigliosa edizione del Capodanno in Piazza a Salerno. Decine di migliaia di persone incantate dalla magia della sua musica, del suo carisma. Ho ancora i brividi ripensando all'esecuzione de “La Cura” seguita in religioso silenzio».

Il 20 ottobre del 2005, Battiato, fu ospite dell’Università degli studi di Salerno al “Filmidea”, il giorno dopo aver presentato a Baronissi, in anteprima per il Sud Italia, il suo film “Musikanten” incentrato sulla vita di Ludwig Van Beethoven. Pietro Cavallo, docente di Storia contemporanea e tra gli organizzatori della Rassegna, ne ha un vivido e lucido ricordo: «Dell’incontro con il Maestro, persona estremamente cordiale e disponibile, mi rimasero impresse due cose: la prima è la sua eccessiva puntualità: era già presente in un Aula Magna ancora vuota alle 10.29 quando l’orario di inizio era previsto per le 10.30 e chiese di iniziare all’orario indicato senza attendere che l’aula si riempisse. Inoltre, rimasi impressionato dall’essenzialità nelle risposte alle domande, non toglieva né aggiungeva a quello che era un pensiero o una riflessione già lucida e chiara, frutto, forse, di una severità con se stesso. Ricordo quanto fu piacevole pranzare con lui al termine dell’incontro; conobbi un artista ed un uomo simpaticissimo ».

Chissà dove si trova ora Battiato, dove stanno riecheggiando le note della sua “Centro di gravità permanente”, oppure di “Radio Varsavia”. In quale universo sta al momento emozionando la meravigliosa “I treni di Tozeur”, che con Alice, sua grande amica oltre che collega, presentò all’Eurovision per l’Italia nell’84. E chissà se ha ritrovato anche Milva, con cui ha scritto pagine sacre della nostra musica, e che soltanto poche settimane fa ci ha lasciato. Chi lo sa. Di certo però, ovunque essi siano, con ogni probabilità staranno improvvisando un’immortale “Alexander Platz” e allora, beato chi li sta ascoltando.

(ha collaborato Stefano Pignataro)

Andrea Picariello