L'INTERVISTA

Banda Osiris: «Da 40 anni siamo musicisti, ma pure attori»

Giancarlo Macrì con la sua band a Linea d’Ombra: viviamo come in un gioco ma cerchiamo di proporre note di qualità

SALERNO - L’ironia, che abbraccia il teatro e la musica, è stata la cifra stilistica distintiva della Banda Osiris, da quarant’anni sulle scene nazionali e internazionali della musica. Un gruppo che diverte ed emoziona. Tra i tanti capolavori e lavori realizzati dalla nascita, nel 1980 a Vercelli, ci sono anche colonne sonore per il teatro, per documentari e per il cinema, tra cui “Primo amore” di Matteo Garrone con cui la Banda Osiris ha vinto l’Orso d’argento al Festival di Berlino e il David di Donatello. Un viaggio, tra l’amore per la musica, l’ironia e il teatro, quello che è portato avanti da Giancarlo Macrì (percussioni, batteria, bassotuba), Sandro Berti (mandolino, violino, trombone), Gianluigi Carlone (voce, sax) e Roberto Carlone (trombone, pianoforte) che li vedrà protagonisti a Linea d’Ombra Festival a Salerno sabato, alle ore 22, a Palazzo Fruscione. Giancarlo Macrì, è la prima volta a Salerno? In 40 anni prima o poi a Salerno ci vai. Non è la prima volta, ci siamo stati diverse volte a Salerno. E siamo contenti di essere al Festival Linea d’ombra. Sulle scene dal 1980, qual è il segreto del vostro successo? È divertirsi. Siamo insieme soprattutto per una formula che ci ha uniti e che ci continua a divertire ancora adesso. Il pubblico lo sente e in qualche modo il nostro divertimento si riflette anche sul divertimento del pubblico. È questa la molla che più di altre ci ha tenuti insieme. Per quanto siamo dei musicisti, il nostro ambito è più teatrale. Il teatro ci ha permesso di vivere bene per quarant’anni, perché è un mercato dove hai possibilità di lavorare con il pubblico. Abbiamo avuto la fortuna di fare anche un po’ di televisioni e quindi di farci conoscere di più. La nostra forza è stata il pubblico e non dipendere da nessuno. La nostra forza è stata anche fare una musica di qualità altrimenti non avremmo resistito 40 anni e non saremmo finiti una settimana sì e l’altra no sulla Settimana Enigmistica. Il vostro segno distintivo è la fusione tra musica, teatro e comicità. Quanto è stata importante l’ironia nella vostra carriera? Moltissimo, un po’ perché ancora adesso non ci prendiamo troppo sul serio. Non siamo musicisti, non siamo attori e ancora non ci rendiamo bene conto perché abbiamo passato 40 anni a fare questo. È stato un gioco e continua tuttora ad esserlo. È nato tutto per caso ed è diventato una professione e l’abbiamo vissuta così fin dall’inizio. È facile spiegare, all’estero, il perché della scelta del vostro nome? No, assolutamente. All’estero succedeva quello che succede oggi tra i giovani che non sanno chi sia Wanda Osiris. Ci chiedevano e ci chiedono spesso se ci ispiriamo alla divinità egizia Osiride, rispondiamo di sì perché è difficile da spiegare. Ci piaceva, suonava bene, potevamo chiamarci anche LaBanda Lear. Si può vivere di musica oggi? Abbiamo scritto un libro proprio per sconsigliare a tutti di fare il musicista come professione. In tutti i campi, dalla musica jazz, alla leggera, alla classica, non è facile, devi essere molto fortunato, ovviamente anche bravo, ma non è solo quello. Musica, radio, teatro: tra le tante esperienze fatte nei vari ambiti, qual è quella che vi ha dato di più? Sicuramente il teatro, ci ha dato soddisfazione e anche da vivere. Poi il cinema, perché con le colonne sonore siamo rimasti immortalati in alcune cose che non ci saremmo mai aspettati, come il David di Donatello, i Nastri d'Argento o il Festival di Berlino. E poi c'è la radio, perché ha dei modi di lavoro che sono simili a quelli del teatro, ci mettono in relazione con la fantasia dello spettatore. In radio basta un suono per farti essere in un mondo, infatti collaboriamo da 20 anni con Caterpillar. Infine la televisione, non è proprio il nostro mezzo per come è il nostro tipo di lavoro però ti fa conoscere. Progetti futuri? Innanzitutto continuare a fare concerti dal vivo ma anche da vivi. Ultimamente stiamo anche lavorando a dei progetti con le bande, le filarmoniche, quelle da paese o da città. E lavoriamo anche con il mondo delle orchestre, quelle classiche, per altri progetti. Ci piace coinvolgere il più possibile chi, per impostazione, non si diverte suonando.

Marianna Vallone

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