Autori e opere del rebus di Eboli

Il busto di Calò realizzato sicuramente da Ciao

di GERARDO PECCI

Il mon. do dell’arte spesso è costellato di osservatori e di persone che intendono entrare nel merito di opere e artisti pur non avendone i requisiti. In queste ultime settimane Eboli è alla ribalta delle cronache per la polemica mediatica in merito alla paternità di alcuni monumenti presenti nelle piazze cittadine. Si tratta di alcune opere realizzate dal prof. Pasquale Ciao, scultore e docente, e dagli allievi del Liceo Artistico Statale “Carlo Levi” di Eboli. Esistono precisi documenti e articoli giornalistici del passato che rispecchiano la realtà in maniera puntuale e chiara. Raffaella Rosaria Ferrè sulle colonne di “Cronache” del 25 aprile 2004 (p.13) correttamente scrisse che il busto di Carmine Calò fu «realizzato dallo scultore Pasquale Ciao con gli allievi del Liceo Artistico Carlo Levi…». Altrettanto fu affermato da Paolo Sgroia su “Albatros”, mensile campano, nel giugno 2004. A questo punto, per togliere ogni dubbio in merito, si fa riferimento ad alcuni documenti che restituiscono, in modo chiaro e inequivocabile, la paternità dell’opera al prof. Ciao e ai suoi studenti.

Già nel 1999, a un anno dalla scomparsa, il Comune di Eboli intese affidare al Liceo Artistico ebolitano la realizzazione del progetto e del monumento al Tenente Colonnello Calò. Così, con atto interno al Liceo, cioè con l’autorizzazione ufficiale di incarico a firma del preside prof. Claudio Fontana, il prof. Ciao ebbe piena facoltà di realizzare quanto richiesto dal Comune di Eboli, attraverso attività aggiuntive didattiche con i propri studenti. Il documento è datato 24/09/1999 Prot. N. 3245/C.1 e ratifica la delibera del Collegio dei docenti del 14/09/1999. Poi, per vari problemi, non si realizzò l’opera. Successivamente, il Liceo Artistico di Eboli, diretto dal preside Ugo Giorgio Crea, stipulò un protocollo di intesa con il Comune di Eboli per la realizzazione del busto di Calò, datato 29 gennaio 2003, Prot. n. 547 C.38, affidandone il compito al prof. Pasquale Ciao e ai suoi studenti con “Contratto di Prestazione Attività di Insegnamento” del 31/12/2002, prot. N. 5274. In esso è chiaramente indicata la finalità didattica relativa alla realizzazione del busto come di «un arricchimento culturale degli alunni», ordinando al prof. Pasquale Ciao «a prestare la propria opera professionale consistente nello svolgimento, di ambito laboratoriale, delle attività di ideazione, progettazione ed esecuzione, unitamente agli alunni provenienti dalle proprie classi…». Inoltre, il documento puntualizza inequivocabilmente che la «prestazione dovrà essere svolta personalmente dal docente, che non potrà avvalersi di sostituti», disposizione che fu puntualmente rispettata.

Infatti, seppure si è necessariamente fatto ricorso a formatori nel momento tecnico della realizzazione bronzea del busto di Calò, ciò esclude tassativamente che gli stessi abbiano avuto un ruolo ideativo e creativo, ossia il momento propriamente artistico e di paternità, che invece spetta solo allo scultore Ciao e ai suoi allievi. Il lavoro svolto nella Fonderia Chiurazzi dai formatori è da considerare esclusivamente prestazione tecnica realizzata da maestranze specializzate, sotto la direzione «dei lavori di rifinitura della cera, di tutte le fasi della fusione e della patinatura» che furono affidati al prof. Ciao con comunicazione alla Fonderia Storica Chiurazzi da parte del Capo Settore Politiche del Territorio del Comune di Eboli, Ing. La Corte, con lettera del 12/11/2003, prot. n. 33861.

Per quanto riguarda la copia degli storici leoni di Eboli c’è da dire che essi, com’è giusto che sia, non appartengono artisticamente né allo scultore Ciao né a Otello Ciarciaglini poiché la loro opera è stata prestata solo dal punto di vista tecnico-esecutivo e non ideativo. La Fonderia Storica Chiurazzi, ora denominata AIDA Sas, si aggiudicò il lavoro per i leoni con bando pubblico. Anche in questo caso la direzione fu affidata al prof. Ciao, che inoltre svolse attività didattica laboratoriale con i suoi studenti del Liceo Artistico di Eboli coordinando, in nome e per conto del Comune di Eboli e del Liceo stesso, sia la fase di formatura che di messa in opera delle copie dei due leoni. In particolare alla fase di formatura prestarono la propria opera tecnico-esecutiva, in nome e per conto della storica fonderia, Otello Ciarciaglini e in seguito anche Antonio Costanzo, che dovette rifare la formatura del leone rampante in quanto la prima presentava gravissimi difetti tecnici. ©RIPRODUZIONE RISERVATA