Arte e critica a confronto negli sguardi di Bellantoni

La Fondazione Filiberto Menna prosegue con la rassegna “Tempo imperfetto” Il progetto “Dunque siamo” in mostra fino al 6 settembre al Museo Archeologico

SALERNO. La Fondazione Filiberto Menna presenta nella cornice del Museo Archeologico di Salerno, il 16 luglio (inaugurazione ore 18), il progetto “Dunque siamo” di Elena Bellantoni, terza mostra del ciclo “Tempo Imperfetto”, curato da Antonello Tolve e Stefania Zuliani. «Il progetto - spiega Zuliani - al suo terzo appuntamento conferma come siano profondamente diversi, eppure tutti convincenti, gli sguardi e le interpretazioni che il museo salernitano sa sollecitare da parte di una giovane generazione di artisti sensibile alla relazione con i luoghi ed i contesti. In particolare, il lavoro di Bellantoni ha saputo coniugare l’attenzione alla storia della nostra città con una riflessione sul ruolo dell’artista e del critico, instaurando un dialogo intenso anche con il pubblico, chiamato ad attivare con la sua presenza le installazioni in mostra».

Il nuovo site project firmato dalla Bellantoni è un percorso-focus alla riscoperta dei luoghi, degli orizzonti storici e culturali del paesaggio salernitano. In esposizione ci sono il neon “Mi rivolto, dunque siamo”; “Il solitario solidale”, due specchi collocati frontalmente; l’installazione “La città sale”: «Materia e simbolo, antichissima ricchezza da scambiare e trasformare - spiega Zuliani - il sale è da sempre risorsa indispensabile per la vita. Elemento alchemico, immagine di purezza che è frutto di lavoro paziente, di un rispettoso scambio tra il mare e la terra, l’acqua e il sole, il sale che si nasconde, secondo alcuni, nell’origine stessa di Salernum, diventa in quest’opera complessa, frutto di un’azione condotta ai primi di luglio sul litorale salernitano, il tramite di una relazione più intima tra l’artista e la città. La città sale è il racconto di un’ impresa impossibile quanto necessaria, di un gesto solo apparentemente improduttivo in cui l’arte si rivela, innanzitutto, rigoroso esercizio di cura e di conoscenza». Poi c’è il video “I giocatori”: «L’artista propone - chiarisce Tolve - in questo video interamente girato nell’Area Archeologica di Fratte, un’interpretazione del gioco, che è, assieme, scontro e seduzione, grazie al quale due individui si misurano e si conoscono. A fronteggiarsi sono il critico e l’artista, protagonisti di una partita silenziosa che non potrà mai veramente concludersi. Quando la camera si stringe sul tavolo a cui sono seduti Angelo Trimarco ed Elena Bellantoni viene, infatti, svelato che i due stanno giocando ad un solitario. Questo perché in realtà la pratica artistica e quella critica solitarie si nutrono dello stesso percorso fatto insieme».

Info mostra: è visitabile tutti i giorni dalle ore 9 alle 19.30, lunedì escluso; chiusura il 6 settembre.

Ciro Manzolillo

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