Ars divina, e il rock incontra la classica

Il gruppo propone incursioni anche nella lirica: «Innovativo è voltare lo sguardo indietro e fondere le esperienze»

Tra i palchi e il Conservatorio: è il luogo ideale in cui è nata la musica degli Ars Divina, dark progressive rock band, protagonista del quarto appuntamento con la nostra rubrica dedicata alle formazioni salernitane con progetti propri. Giacomo Mercaldo, Pierpaolo Iemmo e Dario Triestino (rispettivamente cantante, violinista e bassista del gruppo) hanno studi classici alle spalle, culminati in un diploma di Conservatorio. Mentre Gianluca Di Marino e Roberto Coscia, chitarrista e batterista del combo, provengono da un’esperienza pluridecennale di serate live nei club della provincia con svariate formazioni. Tutti hanno fatto una gran bella gavetta che si traduce, all’ascolto, in un sound compatto in cui ognuno dei cinque musicisti, stilisticamente diversi tra loro, riesce a far emergere il proprio “carattere” musicale. Il genere che propongono è poco abusato, perché non facile: rock classico con incursioni importanti nell’opera e nella grande classica rievocata soprattutto nei contrappunti di memoria bachiana.

[[(Video) La Città della Musica: "Ars Divina"]]

«Tutto è nato per gioco, la musica si fa per passione» spiegano i musicisti al termine di una delle loro performance. «Abbiamo cominciato una decina di anni fa come una normale rock band, poi Pierpaolo (Iemmo, ndr) si è unito al gruppo e con lui si è pensato di incrociare la classica al rock; è un genere particolare, adesso sta nascendo il filone ma noi già lo proponiamo da anni. Le persone adesso stanno educando l’orecchio a queste nuove sonorità. C’è una nuova apertura». Una rivoluzione di stile, la loro, che rievoca un passato glorioso, come sottolineano: «Innovativo è voltare lo sguardo indietro verso cose dimenticate che possono rinnovarsi attraverso la fusione delle esperienze: è da lì che è nato tutto». Fortemente suggestive le loro esibizioni, avvolte in una teatralità che prende forma attraverso luci soffuse e orpelli che richiamano al mondo della lirica, da un lato, mentre dall'altro chiamano in causa il glam rock. «Nessuno vorrebbe vedere la Traviata con cantanti in jeans e maglietta, l’aspetto legato alla performance è fondamentale: il modo in cui ci si presenta, in cui si veste e muove è parte integrante dello spettacolo».

Gli Ars Divina hanno una folta schiera di appassionati, e non mirano certo a restare confinati in provincia: zVogliamo arrivare nel Mondo – dichiarano – anche se siamo legati all’Italia; siamo figli del mondo: si nasce in un posto ma in alcuni momenti non è più il tuo posto. Quello che comunichiamo attraverso i nostri strumenti è parte di questa cultura ma non è limitato ad essa, nella musica non c'è un range di stati». Sin dagli inizi, la line up della band è rimasta del tutto invariata: «Abbiamo creato tutto come una band vecchio stampo: cerchiamo di non cambiare i componenti. Tutto questo fa sound, crea amalgama».

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