Cinema

Ammore e Malavita, gangster-movie in salsa napoletana 

Stasera al The Space l’anteprima del film dei fratelli Manetti. C’è anche l’attrice salernitana Del Priore: «È un capolavoro»

SALERNO. Napoli e Campania per l’anteprima di “Ammore e Malavita” dei Manetti bros: ieri a Napoli e stasera anche al “The Space” di Salerno. Da domani nei cinema nel resto d’Italia, è forse è il film italiano più atteso di quelli che hanno partecipato all’ultimo festival di Venezia. L’unico selezionato al concorso ufficiale avrebbe meritato qualcosa in più oltre il premio alla colonna sonora. Ma come è stato per Gatta cenerentola, è forse il film che in laguna ha unito di più pubblico e critica. Standing ovation alla prima proiezione stampa e definito l’unica possibile risposta italiana a La La land (Wired), melodramma in salsa napoletana (Sentieri selvaggi) e gangster-movie in musical (La Repubblica.it) da più di un mese invade il web e la chiacchera cinefila.
Chi ha amato Song è Napule lo aspetta ancora di più: stessi attori protagonisti in ruoli chiave, come Gianpaolo Morelli (l’ispettore Coliandro, la serie televisiva sempre diretta dai Manetti bros) nella parte di Ciro, il killer innamorato, Carlo Buccirosso, il boss che per cambiare vita commette l’ultima nefandezza, e Serena Rossi che come in Song è Napule interpreta il ruolo chiave di portatrice d’amore e redenzione. New entry, e assoluta mattatrice, è Claudia Gerini, perfetta nella parte della moglie del boss cinefila e sognatrice, e grande showgirl.
E medesima parodia dei clichè su una Napoli tutta camorra e cafonerie neomelodiche: «Noi prendiamo in giro questa moda di raccontare la città solo attraverso il suo lato negativo», sottolineano i fratelli Manetti. Ma se in Song’ è Napule la musica è solo interna alla storia, in Ammore e malavita scandisce l’azione (e ce n’è tanta), infatti il film “è soprattutto una personale rivisitazione della sceneggiata napoletana”, dicono i registi fratelli. Un’operazione simile si è già vista, sempre a Venezia ma nel 1997, con Tano da morire di Roberta Torre, con musiche di Nino D’Angelo. Ma in Ammore e Malavita il salto di qualità è un meccanismo, degno dei maestri dell’azione americani, con cui i registi costruiscono e bilanciano azione, comicità e musica. «Sono dei geni», dice entusiasta Margi Villa Del Priore, attrice (e non solo) salernitana che ha preso parte al film: «Dopo aver girato la mia scena (interpreta una caposala), ho assistito alla ripresa della successiva, durata un’intera notte, una delle scene chiave del film: Antonio (Manetti) girava personalmente con la macchina in spalla e sul cavalletto, l’altro più intellettuale curava solo la regia. Accordo perfetto, sono dei maestri che dovrebbero insegnare come si fa un film nelle scuole».
Annalisa Vecchio
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