SALERNO

Al Teatro Verdi il Casanova di Cappuccio

Continua la stagione di prosa del Massimo cittadino con la rappresentazione in programma da giovedì 12 marzo a domenica 15 marzo. Nel ruolo di protagonista principale c'è Roberto Herlitzka

Nuovo appuntamento al Teatro Verdi di Salerno nell'ambito della stagione di prosa 2014/2015. Da giovedì 12 marzo a sabato 14 marzo (alle ore 21) e domenica 15 marzo (alle ore 18.30) è in cartellone Casanova di Ruggero Cappuccio. Si tratta di una produzione di Teatro Segreto, con protagonista  Roberto Herlitzka. In scena anche Marina Sorrenti, Franca Abategiovanni, Carmen Barbieri, Giulia Odori e Rossella Pugliese. Le musiche  sono di Marco Betta, costumi di Carlo Poggioli, progetto scena di Mariangela Caggiani, progetto luci di Nadia Baldi, acconciature di Desirèe Corridoni, aiuto regia Iole Salvato. La regia è curata da Nadia Baldi. La duurata è di 75’ circa, senza intervallo.

Dopo il successo ottenuto con Il Soccombente di Bernhard, con la regia di Nadia Baldi, Roberto Herlitzka, vincitore del Nastro d'Argento per il Cinema nel 2013, autore di stupende interpretazioni nei film Il rosso e il blu e La grande bellezza, porta in scena il modernissimo mito di Giacomo Casanova.

La regia di Nadia Baldi si muove su un binario onirico e senza tempo, costruendo in un “non luogo o luogo della memoria” personaggi femminili apparentemente freddi ma pieni di carnalità e ambiguità. E’ la realtà che cede il testimone all’immaginazione.

La scrittura di Ruggero Cappuccio dà vita ad una velenosa, dolce, sincera partita a scacchi in cui brillano e si muovono i perni dell’identità di uno degli uomini più discussi, amati e denigrati del XVIII secolo. Il velo di seduttore vanesio che ricopre Casanova presso l’immaginario collettivo consolidato, cade inesorabilmente e rivela un grande autore, un uomo che scrive con rarissima e affilata modernità, che ama le donne e ne incontra carnalmente un numero di gran lunga inferiore rispetto alla superficiale moltiplicazione attribuitagli. Soprattutto, Giacomo Casanova, si manifesta tra le pieghe dell’Histoire de ma vie, la luminosa autobiografia in cui si materializza la sua grande capacità di ascolto per le sue amanti, l’assenza di ogni gelosia che ne comprima la vita, la straordinaria capacità di scegliere creature che padroneggino la propria espressività erotica, e infine la concretizzazione di un piacere esente da conflitti e limitazioni mentali borghesi. Il confronto con le donne nella stanza remota del castello di Dux, innesca tenerezze e autoironie mentre Casanova insegue, in quello che potrebbe essere l’ultimo appuntamento con la sua vita, l’idea di un se stesso che si realizza solo attraverso l’armonica condivisione del profondo con l’altro e con gli altri.