Il premio

Al “Sele d’Oro” la voce del Sud che cresce

Tra gli ospiti della rassegna Boccia e Gubitosi. «Il nostro obiettivo è promuovere percorsi di riflessione sul meridione»

OLIVETO CITRA. Sud e meridionalismo, opportunità e arte, turismo, imprenditoria, sete di riscatto, certezza di un orizzonte diverso e forza della tradizione, integrazione e legame con il resto d’Italia. Tutto questo è, ed è stato fino a oggi, il premio Sele d’Oro Mezzogiorno, arrivato ormai alla sua XXXII edizione, tra trionfi, problemi economici e voglia di continuare a raccontare i nostri territori. La manifestazione apre i battenti ad Oliveto Citra della seconda parte, fino al 10 settembre. Dopo la prima fase itinerante, che ha visto protagonista l’intero territorio della Valle del Sele, da Caposele a Paestum, con il format “Mare Dentro – viaggio itinerante lungo il Sele”, adesso si dà avvio alla “dieci giorni”: incontri, seminari, mostre fotografiche, presentazione di libri, appuntamenti dedicati alla musica, al cinema e al teatro. Anche quest’anno nomi importanti del panorama imprenditoriale e culturale italiano e internazionale contribuiranno ad arricchire il fitto programma: tra gli ospiti il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, il fondatore e direttore di Giffoni Experience, Claudio Gubitosi, il cantautore Antonello Venditti.

Il Sele d’Oro, come spiegano gli organizzatori del premio, «rappresenta una delle voci di quel Sud che ha voglia di crescere, promuovendo percorsi di riflessione e di approfondimento sui temi meridionalistici. Il premio intende sottolineare ed esaltare le potenzialità dei territori del Mezzogiorno, i percorsi di sviluppo intrapresi, i risultati positivi conseguiti in campo sociale, economico e culturale, il desiderio di cambiamento espresso dalle giovani generazioni». È così che dal 1985, questo mosaico si compone per produrre una mappatura delle eccellenze, un campo laboratoriale sempre aperto che si pone in dialogo con i territori. L’idea del Sele d’Oro ebbe i suoi natali grazie alla voglia rivoluzionaria di recuperare le tradizioni, di valorizzare le risorse in termini turistici, tra cui il fiume Sele, che nel 1984 rischiava di essere devastato – come del resto ancora oggi – dagli scarichi industriali, nella più totale e preoccupante assenza di depuratori. Ci fu una grossa mobilitazione da parte delle comunità di quelle terre e da quella frattura sociale ebbe inizio l’avventura del Sele d’Oro. Tra il 1985 e il 1987, la manifestazione propose mostre dell’artigianato locale, concerti, gare gastronomiche, concorsi di pittura. Quell’impianto analitico e di denuncia è rimasto, anzi si è arricchito di sezioni. Tra la fine degli anni ’80 e per tutti gli anni ’90, il Sele d’Oro ha seguito le grandi trasformazioni politico-sociali del paese Italia. Nel 1988 venne lanciato un concorso nazionale di studi sul Mezzogiorno con tema “Nord e Sud: oggi e domani”, allo scopo di immaginare nuovi modelli di sviluppo. Da lì una serie di iniziative, protrattesi nel corso del decennio: dalle riflessioni su chi fosse il colpevole dell’arretratezza meridionale, alle nuove emigrazioni dei giovani, dal rapporto tra Mezzogiorno, Europa e Mediterraneo fino al fatidico 1992, quando i giudici Falcone e Borsellino vennero assassinati. Anche in quell’occasione, il Sele d’Oro fece sentire la propria voce contro le mafie, intitolando il premio con “Dove finisce l’Italia?” e consegnando un riconoscimento speciale alla giornalista francese Marcelle Padovani, autrice con Giovanni Falcone, del libro “Cose di Cosa nostra”. Si arrivò c. osì alle questioni del federalismo nazionale, ai problemi del lavoro e della nuova occupazione. Il terzo millennio vide l’avvicinarsi delle istituzioni politiche nazionali e andò delineandosi la “Fiera delle Opportunità”, dove furono ospitate università, agenzie di lavoro interinale, enti pubblici e privati di formazione. Quest’anno sarà proprio il teatro il protagonista dei primi quattro giorni. La Uilt, farà partire il progetto “Tracce: studio - osservatorio sul Teatro Contemporaneo”. Andranno in scena sei compagnie, si svolgerà il laboratorio teatrale “Esplorare il corpo voce come un radio dramma”. L’ospite internazionale di quest’anno è Yves Lebreton.