Al premio “Sele d’Oro” si parla della mafia

Continua ad Oliveto Citra, il premio Sele d’Oro Mezzogiorno. Dopo la cerimonia d’apertura di ieri, dove è stato presentato il tema di quest’anno – “Sud: più o meno Europa?” - ecco oggi riprender piede l’intenso percorso teatrale offerto dalla Uilt. Si comincia in due spezzoni, 9.30-13/10-12 nell’Auditorium Provinciale, con il progetto “Tracce”, un vero e proprio confronto sulla ricerca teatrale e sul teatro contemporaneo. All’interno verrà organizzato il laboratorio teatrale “Esplorare il corpo voce come un radio dramma”, che vedrà come docente, Mirella Mastronardi. Alle 18.30, in piazza Monumento, ancora un’altra sezione del progetto “Tracce”, con lo spettacolo “Sono le storie che fanno ancora paura ai mafiosi” messo in scena dalla Compagnia “Teatro Oltre”, originaria di Sciacca. Il testo si basa sulla storia vera di Lia Pipitone, giovane donna palermitana, fatta uccidere dal padre il 23 settembre 1983: i comportamenti della figlia mettevano a disagio la cosca mafiosa a cui lui apparteneva. Nel monologo l’attore e regista Franco Bruno interpreta proprio il padre della scomparsa Lia Pipitone, cercando di spiegare le sue ragioni. Ancora una volta, dunque, il Sele d’Oro parla di mafie e di arretratezza sociale. Alle 21.30, nell’Auditorium Comunale “S.Rufolo”, si cambia completamente registro con lo spettacolo “Chocolat” messo in scena dalla Compagnia Teatrale Costellazione, proveniente da Formia. Il progetto teatrale – un omaggio alla narrativa contemporanea – si ispira all’omonimo romanzo della scrittrice britannica Joanne Harris, che a sua volta ha ispirato il film del 2000, diretto dal regista Lasse Hallström con Juliette Binoche e Johnny Depp. La serata si concluderà, come quella di ieri, con un dibattito/dialogo tra le compagnie, il pubblico e gli esperti sul movimento teatrale in Italia e a livello internazionale. (d. s.)

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