CINEMA

Al Festival di Venezia c’è Salerno: «In scena il mondo delle badanti»

Oggi i registi Nese e Marotta presentano il corto “Il turno”: «Raccontiamo la nostra città»

«Il legame con Salerno è indissolubile, vogliamo raccontare in tutti i nostri film la città in cui siamo nati e cresciuti». Ad affermarlo sono Loris Giuseppe Nese e Chiara Marotta, registi e sceneggiatori del corto intitolato “Il turno”, che verrà proiettato oggi alla 78esima edizione del Festival del Cinema di Venezia, in concorso nella sezione “Orizzonti”. Salernitani di nascita, vivono ormai a Bologna. Eppure i due giovani registi hanno scelto Salerno per l’ambientazione di tutti i loro lavori. A chi gli chiede come mai, considerato che Bologna è una città che offre numerosi stimoli artistici, rispondono che «anche Salerno è una città molto stimolante per noi».

Nese spiega: «Ci interessa raccontare alcune particolarità del nostro territorio e ci piace raccontare storie che ci sono vicine». Marotta soggiunge: «Ma c’è un continuo scambio anche con la stessa Bologna. Questo film, ad esempio, è stato girato con una troupe salernitana mentre la produzione è bolognese». Il corto “Il turno”, della durata di 15 minuti, è ambientato in un appartamento di via Zara, a Salerno. È interamente girato in interni e solo in un’occasione si intravvede, da una finestra, la zona della stazione di Salerno. «Ma il racconto della città - spiegano - passa attraverso gli atteggiamenti e la lingua delle protagoniste, sono specifici di questa città». Le due protagoniste, che interpretano due badanti che si alternano al capezzale di una donna allettata, sono la salernitana, già attrice di teatro, Rossella De Martino e Rachael Emmanuel, selezionata attraverso casting realizzati in collaborazione con associazioni del territorio operanti nell’ambito sociale.

«Lei era proprio quello che stavamo cercando e la sua spontaneità, visto che non è una professionista, passa tutta in camera, era perfetta per questa parte», commenta la regista. «L’altra particolarità è il modo in cui abbiamo trovato la terza attrice, Vanda Cirillo Taiani: è la proprietaria dell’appartamento in cui abbia girato. Quindi cercavamo una location ed abbiamo trovato anche un’attrice, che aveva già avuto alcune esperienze teatrali», sorride Nese. La storia del corto nasce «da una nostra volontà di raccontare un ambiente e un lavoro specifico della nostra città, quello della badante». Tant’è che «in questo caso, le badanti sono due, una italiana e una nigeriana, e il cambio turno, l’unico momento in cui si incontrano, diventa occasione di un conflitto tra le due. Il lavoro è il pretesto per parlare dell’integrazione tra culture e background diversi che si ritrovano a vivere nello stesso microcosmo, specchio di una città e di tutto il paese». Cosa si aspettano da Venezia? «È la terza volta che siamo in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia ed ogni volta è un’emozione già il solo esserci», afferma Nese. Gli fa eco la Marotta: «Speriamo di viverci bene questa esperienza di ritorno in sala in presenza dopo oltre un anno in cui le presentazioni sono tutte state solo online». Il Festival di Venezia ed oltre: c’è già altro in cantiere.

«Con la nostra società di produzione e distribuzione, la “Lapazio Film”, stiamo lavorando ad un corto di animazione - ci rivela Nese - che è il nostro secondo lavoro di animazione dopo “Malumore”, che ha avuto un buon successo. L’animazione ci consente di andare oltre, dando una visione più onirica della realtà». La Marotta continua: «Amiamo lavorare con diverse tecniche, mischiando archivi visivi e sonori». Anche il prossimo film dei due registi salernitani sarà ambientato a Salerno e racconterà le dinamiche vissute da alcuni adolescenti nel loro processo di diventare adulti: «sarà uno spaccato di vita di tre ragazzini di circa 15 anni, le cui vicende incrociano la tifoseria salernitana», spiega Nese.

Valentina Tafuri