RASSEGNA SU PASOLINI

Al Diana lo spettacolo di Gugliucci

L’attore salernitano leggerà testi inediti del grande intellettuale

SALERNO. Proseguono gli incontri della rassegna La Parola Innamorata, originata dalla mostra di Dino Pedriali, “Pier Paolo Pasolini-Nostos: Il ritorno 1975-1999”. Oggi, ore 20 presso la Sala Pier Paolo Pasolini (ex cinema Diana) tocca all'attore Yari Gugliucci con il suo spettacolo “Che paese meraviglioso era l'Italia”, con l'introduzione del giornalista Marcello Napoli. Gugliucci leggerà testi inediti di Pier Paolo Pasolini, forniti da Ninetto Davoli, in ossequio ad un’amicizia nata tra Yari e lo storico attore di Pasolini, durante le riprese del film “Una vita non violenta”, di David Emmer. Il monologo di Gugliucci sarà un’invettiva, ispirata all'ennesimo “copione” profetico di Pasolini, contro la borghesia, contro la televisione, sulle metamorfosi della borgata e su altri risvolti presenti nella scrittura “civile” del poeta. Il reading omaggerà anche la figura di Roberto Lerici. Non mancheranno riferimenti ad altri poeti romani, con supporti video e contributi musicali di repertorio, principalmente ispirati alla Roma delle borgate. «Oggi è il compleanno di Pier Paolo Pasolini, non è una data a caso - dice Gugliucci - Quello ribattezzato nel nome del poeta è uno dei pochi teatri che affaccia sul mare. Un mio vecchio sogno era quello di organizzare una notte bianca del teatro, unendo l'Augusteo, l'ex Diana e il Verdi».

Lo spettacolo di stasera nasce dalla lettura di un articolo firmato da Pasolini su Il Tempo del 1973. La Roma di oggi e la Roma di ieri, rappresentano, con le loro profonde contraddizioni, l'Italia di oggi e l'Italia di ieri. «Non ero un pasoliniano all'inizio - ricorda Gugliucci - Non mi ritenevo all'altezza di comprenderlo. Poi ho iniziato a studiare i suoi film e la storia di quegli anni, immergendomi nella Roma di periferia, negli scritti dei ragazzi di vita, nei motivi della sua misteriosa morte. Mi sono accorto che Pasolini non si finisce mai di conoscerlo».

Una carriera, quella di Gugliucci, in crescendo. Iniziata con la toccante interpretazione di Giancarlo Siani, il giornalista assassinato dalla camorra, nel film “E io ti seguo”, passando per le collaborazioni con Lina Wertmüller e i Fratelli Taviani. Quindi la svolta internazionale con il regista polacco Rebinsky accanto a Michelle Pfeiffer e Kevin Kline.