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Adrenalina e inquietudine: ecco il mix dei Fiori di Cadillac

Luigi Salvio, Rocco Izzo e Valerio Vicinanza: ecco i tre figli legittimi della rivoluzione sonora del post-rock made in Italy

SALERNO. I Fiori di Cadillac sono figli legittimi della rivoluzione sonora del post-rock Made in Italy. Luigi Salvio, Rocco Izzo e Valerio Vicinanza compongono la formazione che, negli anni, ha subìto vari cambi di line up. Oggi i Fiori di Cadillac è un trio in cui il batterista sopperisce alla riduzione di organico suonando anche le tastiere, sulla grancassa della batteria. I loro brani hanno il potere di simboleggiare e ritrarre le esperienze da cui prende forma la stessa musica: è questo l’elemento che sembra tenere insieme le “cartoline” racchiuse nel loro album d’esordio, quella capacità dei suoni di evocare ciò che va al di là di essi.

I Fiori di Cadillac nascono nel 2009 e tra settembre e ottobre 2010, vede la luce il primo Ep, “Anoikis”, interamente autoprodotto, contenente 4 brani inediti. All’inizio del 2011, la band entra a far parte di Forears, etichetta fiorentina, con cui registra e pubblica il debut album. La rivoluzione d’assetto interna alla band porta a una ridefinizione dei ruoli: durante i live, ognuno dei musicisti è alle prese con più strumenti, alternandosi. Ad essere rimasto inalterato è il clima, a tratti surreale, che riveste e avvolge le loro canzoni: piccole composizioni in cui il flusso sonoro è costantemente attraversato da una sensazione di tensione irrisolta che amplifica l’impatto emotivo dei testi, scritti da Salvio.

[[(Video) Il post-rock made in Italy dei Fiori di Cadillac]]

Il discorso dei Fiori di Cadillac è complesso e alterna parentesi d’aggressività a momenti di intensa e rara delicatezza timbrica. L’inquietudine è anche ritmica, laddove abbiamo tempi misti e un quattro quarti mai scandito ma sempre sospinto, sincopato. Essenziali, distorti e adrenalinici, i brani dei Fiori di Cadillac sono intrisi di poesia di vita vissuta: «Sono impressioni personali e intime – raccontano al termine di un loro live, presso l’Italia Lounge bar di Eboli - per quanto poi diventino pubbliche, quando le si canta. Nascono dal quotidiano. I riferimenti sono Marlene Kuntz, Afterhours e Verdena se restiamo in Italia mentre il pilastro imprescindibile sono i Radiohead: «Anche se stiamo cercando di scollarceli da dosso», ammettono.

Il loro è un linguaggio che sembra dissolversi di volta in volta in arrangiamenti mai banali che rivelano una ricerca espressiva profonda, non fine a se stessa ma che cammina a braccetto con l’emozione. Parallelamente al lavoro, costante, di scrittura e composizione, ed alla sperimentazione su nuovi brani, la band collabora con il produttore inglese Steve Lyon per la riedizione di “Cartoline” in lingua inglese, in una prospettiva di innesto del progetto su scenari europei ed internazionali. «Cerchiamo di raccontare noi stessi attraverso queste storie – concludono - la soddisfazione è quella di avere persone che si emozionino all'ascolto. Quando vediamo le persone partecipi ai nostri live le ringraziamo perché è una cosa rara».

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