MERCATO SAN SEVERINO

Ad Acigliano tutto pronto per il tradizionale Ciuccio di fuoco

MERCATO SAN SEVERINO. Rivive anche quest’anno l’antica tradizione del “Ciuccio di fuoco”, nella frazione Acigliano. Proprio tale comunità, “rivale” della limitrofa Pandola – patria del “Ballintreccio”...

MERCATO SAN SEVERINO. Rivive anche quest’anno l’antica tradizione del “Ciuccio di fuoco”, nella frazione Acigliano. Proprio tale comunità, “rivale” della limitrofa Pandola – patria del “Ballintreccio” carnascialesco – vede la partecipazione di emigrati e/o simpatizzanti che nella notte tra oggi e domani assistono allo “scoppio” apotropaico del simulacro asinino.

Acigliano è gemellata con la cittadina francese di Farebersville; proprio in Francia, ed anche in Belgio, molti aciglianesi hanno cercato fortuna lavorativa nel passato. E venendo al ciuco: della deflagrazione augurale si occupa da tempo il sodalizio “S. Magno”, attivo dagli anni ’50 nel comprensorio.

Solo da poco, però, è stata ripristinata l’atavica consuetudine del bardare un asino di polistirolo e/o materiale plastico – dapprima era di cartapesta – con razzi, botti, biancali e materiale incandescente in modo tale da farlo – appunto – “esplodere” tra l’ilarità dei presenti.

Ad “accendere” l’apparato, comprendente la sagoma dell’asino con in groppa uno o più personaggi appartenenti alla vita politica e sociale nazionale o locale, il primo cittadino. Alle origini tale “incombenza” era prerogativa dello “scemo del villaggio”, oggi invece pare apporti fortuna l’inaugurazione o battesimo del fuoco effettuata dai capi della collettività. Ogni anno cambia il “fantoccio” da immolare al fuoco purificatore dei peccati della “vecchia” società contadina.

In un primo momento il “Ciuccio e’ fuoco” esplodeva in mezzo alla gente, ma recentemente – per motivi di sicurezza – si è pensato di accenderlo in un luogo circoscritto. Il “capro espiatorio” di quest’anno è il neogovernatore della Campania Vincenzo De Luca.

La sua immagine, la sua effigie verrà accesa oggi a mezzanotte, quando si entra nella costellazione del Cane – che ha dato nome alla canicola (il caldo agostano). Al termine della manifestazione, largo a un tripudio di fuochi pirotecnici. “Quest’anno abbiamo lavorato sodo per circa tre mesi – dichiara il dipendente comunale Gerardo De Dominicis, tra i responsabili dell’associazione “S. Magno” - allo scopo di non veder morire una consuetudine tanto bella”. Il rito del “Ciuccio di fuoco” scaturisce ed è celebrato dai festeggiamenti per la Madonna Assunta, patrona di Acigliano e il cui culto è molto sentito. La processione in onore dell’Assunta è prevista alle 19 di oggi, ma ci saranno delle particolari “benedizioni” invocate, recitando, da alcune ragazze del posto alla Madonna.

Il “Ciuccio di fuoco”, come ritualità, proviene o dagli scherzi – salaci – tra i pandolesi e gli Aciglianesi, aventi ad oggetto il far ritrovare ai “vicini” una carcassa d’asino a mo’ di beffa, oppure dalla cosiddetta “indizione bizantina”, la chiusura dei contratti agrari per la nuova stipula di settembre ai contadini della frazione. Il fuoco ha infatti in antropologia una valenza purificatrice per cancellare i “peccati” della comunità.

Anna Maria Noia

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