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A Salerno una notte sulle orme del “diavolo”

Tre giallisti a confronto alla Feltrinelli. Domani il tour nel centro storico

Metti una sera di non ancora primavera, a inseguire Pietro Barliario lungo le strade del noir. I quartieri Spagnoli e via Speranzella a Napoli. Via degli Orefici a Mantova. Via Maqueda e i Quattro Canti a Palermo. I vicoli di Ussita e quelli di Salerno. Con il naso all’insù a ricercare indizi nei cieli delle città che si rincorrono sull’autostrada del giallo. Quella sera è stasera.

Ore 19.30, libreria Feltrinelli. Tre scrittori, tre storie, tre momenti. Una presentazione editoriale che vuole essere un dibattito aperto a tutti gli amanti del genere, una cena con gli autori e una passeggiata, il giorno successivo, sulle orme di un alchimista leggendario, capace di stregare le donne più belle, di trasformare l’acqua in vino e di dotare di corna chiunque gli fosse antipatico. Pietro Barliario fu amico del diavolo e nel mito popolare a questo connubio si deve la realizzazione, in una sola notte, dell’acquedotto medievale di via Arce. A lui è dedicato “Le notti di Barliario”, l’evento ideato dall’associazione “Porto delle nebbie”, presieduta da Piera Carlomagno, per legare Salerno alla letteratura gialla e noir. “Strade noir” è il primo tema, che sarà trattato da Cristina Marra, giornalista di Milano Nera, nell’intervista a Alessandro Maurizi, Antonio Menna e Roberto Riccardi, rispettivamente autori di “Il Vampiro di Munch” (edizione Ciesse), “Il mistero dell’orso marsicano ucciso come un boss ai quartieri spagnoli” (edizioni Guanda), “La firma del puparo” (edizioni e/o), già ospite lo scorso anno, con il suo precedente romanzo, del “Largo al Giallo” di “Salerno Letteratura”. Sul ring della Feltrinelli, si confronteranno dunque un sovrintendente capo della polizia (Maurizi), un colonnello dell’Arma dei carabinieri (Riccardi) e un giornalista (Menna), autore del celebre e fortunatissimo “Se Steve Jobs fosse nato a Napoli”, per rielaborare il mistero attraverso i luoghi fisici dove i loro personaggi l’hanno incrociato. In serata cena (Osteria Canali) e conversazione noir con letture di Brunella Caputo, grazie ai volumi concessi dalla libreria Internazionale.

La domenica mattina, tutti sulle tracce di Barliario, perdendosi tra i vicoli del centro storico di Salerno, con la guida di Antonella Sedan, presidente dell’Associazione MusArte, per scoprire tra antiche corti e slarghi nascosti nel cuore antico della città, il fascino di un mago che aveva il dono dell’ubiquità. Si parte alle 10 dal teatro Verdi per raggiungere largo Campo, il Duomo, San Benedetto, Castel Terracena, con un passaggio obbligato al Museo Diocesano al cui interno è custodito il Crocifisso a cui il mito di Barliario è legato a doppio filo: quando i suoi nipoti Fortunato e Secondino morirono, dopo aver ingerito del veleno nel suo laboratorio, per tre giorni rimase a vegliare ai piedi del Crocifisso. All’alba del terzo giorno, il miracolo: Cristo alzò la testa ed aprì gli occhi, in segno di perdono. Da quel momento Pietro visse da monaco San Benedetto .