A Pertosa il Museo del Suolo per riscoprire la bellezza della terra

Fatto il taglio del nastro, apertura al pubblico il 1° maggio L’aspetto divulgativo caratterizza la splendida struttura

PERTOSA. Tre metri di terra sotto i nostri piedi. È lì che abita il futuro. Trecento centimetri fondamentali per la vita sul pianeta, che dalla superficie si portano in basso. E che sono i protagonisti del Museo del Suolo di Pertosa, proprio accanto alle Grotte, che aprirà al pubblico domenica primo maggio. Ieri il taglio del nastro, presente il sottosegretario Antimo Cesaro. Nato per iniziativa della Fondazione MIdA (i musei integrati dell’ambiente), il museo ha celebrato così la Giornata della Terra delle Nazioni Unite, svelando il suo allestimento multimediale fatto di formiche vere e in 3D, di radici aeree e piante vive ma anche di semi, erbe, acqua.

«Il Museo del Suolo – spiega Mariana Amato, direttore scientifico della Fondazione MIdA – rappresenta la realizzazione del sogno di ogni ricercatore, cioè quello di far vedere a tutti il sistema ed i processi che sostengono il suolo e che chi studia scruta ogni giorno». «Ci siamo guardati attorno – sottolinea invece Francescantonio D’Orilia, presidente della fondazione MiDa – e abbiamo tutelato e valorizzato le peculiarità del territorio, dal carciofo bianco alle palafitte, dal fiume al Museo del Suolo il cui obiettivo è svelare le molte dimensioni di una risorsa primaria che è fondamentale conoscere».

È proprio l’aspetto divulgativo che caratterizza la struttura. Nelle sale tutto interagisce con il visitatore, immerso e circondato da quel pezzo di mondo che è sotto i nostri piedi. Il museo si sviluppa su un’area di 1.500 metri quadrati coperti ed è direttamente connesso ai percorsi esterni alla struttura. La visita si apre con un formicaio dove operose tagliafoglie coltivano il fungo di cui si nutrono e gestiscono l’intero ciclo dei rifiuti, proprio come in una città virtuosa. La natura spunta anche dai cassetti creati per stuzzicare la curiosità dei visitatori, chiamati ad attività esplorative fai-da-te. Si passa dalla roccia al suolo, dalle cartografie ai paesaggi attraversando un autentico campionario di materiali da toccare e manipolare. Non mancano i lombrichi all’opera che insegnano a fare il compost, così come una serra dove crescono radici sospese nel vuoto. Un mondo visto al microscopio ma anche in tre dimensioni, quando gli occhialini diventano indispensabili per intercettare anche i più piccoli movimenti di chi abita il sottosuolo. «Sotto i nostri piedi c’è una tumultuosa attività, chimica, fisica e biologica, da cui dipende il paesaggio che abitiamo, il cibo di cui ci nutriamo, la nostra stessa sopravvivenza sul pianeta – svela Fabrizio Mangoni, docente di Urbanistica e coordinatore del gruppo di ideazione del museo – L’augurio è che il Museo del Suolo lasci un messaggio ai suoi visitatori, perché i loro passi siano consapevoli del mondo meraviglioso che c’è sotto, e che sostiene la nostra vita».

A Pertosa inaugurato il primo Museo del Suolo italiano
L''attività delle formiche taglia foglia, una serra climatizzata per osservare la crescita delle radici, la consultazione di atlanti del suolo e schermi multimediali per scoprire i colori della terra ed i minerali in essa contenuti. È solo una parte di quanto esposto nel primo "Museo del Suolo" italiano inaugurato questa mattina a Pertosa. Si tratta di una struttura museale scientifico-culturale, di circa 1500 mq, al cui interno ci si imbatte, tra l'altro, in installazioni virtuali, teche interattive ed esempi di percorsi naturalistici del variegato "mondo delle radici" presente nel sottosuolo sino ad una profondità di tre metri.

Proprio Mangoni aggiunge un particolare: «La sala dei pedon è il cuore del museo perché raccoglie quattro tipologie di suolo rappresentative del’ecosistema della Campania. Il terreno migliore? Quello di Casal di Principe che è primo al mondo». Già la terra ingiustamente nota solo per Gomorra invece pulsa, vive e si sviluppa garantendo probabilmente un futuro all’intero pianeta. Una scoperta che vale l’intero biglietto per entrare al museo.

Il taglio del nastro del Museo del Suolo è stato anche il momento per fare un punto sul ruolo delle realtà territoriali nel sistema turistico e culturale della Campania. Assente Sebastiano Maffettone, consigliere alla cultura del governatore De Luca, è toccato all’assessore al turismo Corrado Matera rappresentare la Regione: «Nei nostri territori scontiamo la conflittualità, le divisioni, i campanili e la politica dei finanziamenti a pioggia. Tutti fattori che non hanno permesso di costruire. Stiamo provando a invertire la rotta, inserendo le aree interne come il Vallo di Diano nel sistema dei flussi turistici, creando un unico grande itinerario che parte da Napoli per arrivare fino alla Certosa di Padula».

Anche Tommaso Pellegrino, sindaco di Sassano e neo presidente del Parco del Cilento e del Vallo di Diano, ha chiesto attenzione per la zona a sud di Salerno: «Ben vengano i vincoli per chi vuole distruggere il territorio ma chi invece vuole costruire realtà come queste di Pertosa deve avere la corsia sgombra da ostacoli. Pensate alle Sovrintendenze e alle loro lungaggini, è ora che adottino tempi europei per dare risposte ai cittadini».

©RIPRODUZIONE RISERVATA