A Palomonte la Biblioteca dei volontari

Un gruppo di cittadini si è assunto l’impegno di gestire lo spazio e di curare i 3500 volumi donati

di LARISA ALEMAGNA

Un bell’. esempio di partecipazione attiva di una comunità. Questo è il segno che lascia la Biblioteca di Palomonte, oggi più che mai fattiva grazie all’intraprendenza ed alla determinazione di un gruppo spontaneo di cittadini, che ha deciso di dedicare parte del proprio tempo alla cura del bene comune. È così che nasce, nell’estate 2013, il gruppo “Amici della Biblioteca di Palomonte”, a seguito della generosa donazione da parte dal professore Gerardo Grossi, docente di “Lingua e letteratura spagnola” presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, originario di Palomonte, di buona parte della sua raccolta libraria alla Biblioteca.

Il gruppo di ragazzi decide di intraprendere quella che oggi è diventata una meravigliosa avventura culturale ma anche un grande impegno a servizio della comunità: dalla selezione del materiale già presente in biblioteca all’inventariazione cartacea ed elettronica dei testi, per arrivare oggi ad un patrimonio librario catalogato di circa 3500 volumi. Il dato che va sottolineato è che nessuno di questi testi è stato acquistato; si tratta di un patrimonio interamente donato. A queste attività si è affiancato anche l’impegno per rendere accogliente e funzionale lo spazio destinato alla biblioteca, perché potesse essere animato da tutti coloro che intendono fare cultura, proporre idee ed incontri.

Elisa Panza fa parte del gruppo di volontari dall’inizio, con ruolo di coordinamento di tutte le attività della biblioteca. «Sono mamma di un meraviglioso bambino di 15 mesi – racconta Elisa – è lui il motore del mio impegno civile. La nostra non è un’associazione ma un gruppo di volontari, per cui non esistono compiti e ruoli definiti, ciascuno di noi mette a disposizione le proprie competenze e professionalità. Durante la mia permanenza in biblioteca del giovedì pomeriggio, mi occupo delle attività di base, come catalogare e riorganizzare il materiale esistente, mantenere in ordine gli spazi, progettare attività, aggiornare la pagina facebook, preoccuparmi costantemente di rendere attraente la nostra biblioteca. Non potrei quantificare il tempo che effettivamente dedico alla biblioteca, perché è parte di me».

Con la Biblioteca Provinciale di Salerno il gruppo ha formalizzato una convenzione che permette di aderire al progetto “Bibliorete”, allo scopo di attivare una rete culturale, scientifica e progettuale all’interno della quale condividere eventi ed attività culturali, che valorizzino tutte le strutture partecipanti, con tutta la propria ricchezza e specificità di risorse, di rapporti, di scambi reciproci. «Il nostro intento – spiega Elisa Panza – è quello di sostenere la biblioteca riconoscendone il ruolo e il valore sociale soprattutto in un momento difficile come quello che stiamo vivendo e fare in modo che la lettura venga percepita come attività fondamentale per veicolare saperi, cultura, informazione. La biblioteca pubblica non deve essere più intesa come un tempio polveroso ma come luogo della modernità, della connessione con il mondo e con gli altri, nel quale sostare, discutere, rafforzando il senso di appartenenza alla nostra comunità. Nel nostro caso esiste una gestione privata non formalizzata, perché il pubblico non può o non ha posto in essere la giusta progettazione. Il settore è in crisi a livello nazionale, figuriamoci per i piccoli Comuni, per giunta del Sud. Ritengo che la gestione della biblioteca debba essere pubblica ed affidata a personale qualificato, mentre il volontariato dovrebbe fare solo da supporto al personale bibliotecario».

Tante sono le affermazioni di stima nei confronti dei volontari, ma è necessaria una completa rivoluzione del concetto di biblioteca, che, oltre ad essere preposta alla tutela e conservazione del libro, deve diventare un luogo utile per il cittadino. Eppure, nonostante le difficoltà che un’attività di questo tipo comporta, Elisa non ha dubbi sul prosieguo del suo impegno per la biblioteca. «Amo il mio paese e ritengo che questo amore sarebbe inutile se non dimostrato. Credo fermamente che la biblioteca sia una finestra sul mondo che non può e non deve restare chiusa».

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