Vulnerabilità sismica, indagine senza risultati

Risale ormai a due anni fa – la firma ci fu, infatti, il 7 febbraio del 2014 – il protocollo d’intesa sottoscritto dal Comune di Salerno e dall’Ordine degli Architetti della provincia - Presidio di...

Risale ormai a due anni fa – la firma ci fu, infatti, il 7 febbraio del 2014 – il protocollo d’intesa sottoscritto dal Comune di Salerno e dall’Ordine degli Architetti della provincia - Presidio di protezione civile, per la realizzazione del “progetto per la formazione di figure professionali altamente qualificate in materia di protezione civile e la predisposizione, a mezzo volontariato, del censimento e schedatura (indagine speditiva) di vulnerabilità sismica di beni architettonici e di edifici strategici ricadenti sul territorio del Comune di Salerno individuati dall’Amministrazione comunale ai fini dell’aggiornamento del piano comunale di Protezione civile. A firmare il documento era stato l’allora sindaco Vincenzo De Luca da un alto, e il presidente degli architetti salernitani, Maria Gabriella Alfano (foto) dall’altra, coadiuvata dal consigliere dell’ordine, Mario Giudice in qualità di responsabile del “presidio degli architetti per la protezione civile”. La spedizione tra i vicoli più antichi di Salerno per sondare per registrare lo stato degli edifici effettivamente ci fu il 22 maggio successivo quando oltre cento architetti salernitani si diedero appuntamento nel centro storico di Salerno per individuare le criticità ai fini della salvaguardia della popolazione e dei beni architettonici. Gli architetti si recarono nei primi due ambiti del Centro storico individuati ai fini della sperimentazione: il primo (denominato comparto sud) delimitato da via Roma, via dei Canali, via Tasso e via Duomo, ed il secondo (denominato comparto nord) circoscritto da via Tasso, salita Santa Maria Maddalena, via Salvatore De Renzi e via Fusandola. Alla spedizione prese parte anche il consigliere comunale con delega all protezione civile, Augusto De Pascale. L’iniziativa fu pregevole ma alcun documento fu prodotto e, seppure venne redatto un report, questo non è mai stato presentato alla cittadinanza nè tantomeno si sono registrati interventi comunali a risposta delle eventuali criticità denunciate.

A due anni di distanza, in molti si chiedono cosa venne fuori da quella indagine e perché i frutti, che sicuramente maturarono durante l’esperienza, non vennero mai raccolti dall’Amministrazione comunale. Non sarebbe cosa se sgradita se i risultati di quell’indagine venissero resi pubblici anche alla luce dei diversi incidenti che dal 2014 a oggi si sono verificati anche e soprattutto nella parte più antica della città. (fi.lo.)