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Vuilleumier lascia la guida Fondazione senza presidente

RAVELLO. Oramai è una guerra senza frontiere. Due fazioni che si sfidano, anche con colpi bassi, per la gestione della Fondazione Ravello. E la prima “vittima” è il sindaco de la “città della...

RAVELLO. Oramai è una guerra senza frontiere. Due fazioni che si sfidano, anche con colpi bassi, per la gestione della Fondazione Ravello.

E la prima “vittima” è il sindaco de la “città della musica”, presidente, solo per pochi giorni, dell’Ente che organizza, tra l’altro, il Festival. Ieri, infatti, Vuilleumier, a conclusione del Consiglio d’Indirizzo, ha rassegnato le sue dimissioni.

«Sono molto amareggiato - spiega - per quello che sta accadendo. Mi sto accorgendo che forse questa Fondazione sta a cuore solo a me. Ho sempre detto che avrei interpretato questa nomina con spirito di servizio in un'ottica di unità e di condivisione. Non è stata interpretata in questo modo e dunque, per il bene della fondazione e della città, preferisco dimettermi».

Spiega ancora l’ormai ex presidente: «Spero che questo mio passaggio possa accelerare una immediata convocazione del Consiglio per eleggere il presidente. Ancora una volta prevale in me senso di responsabilità è di amore verso la Fondazione». Il pomeriggio dei “lunghi coltelli” è cominciato con l’impossibilità dei consiglieri presenti (Genoveffa Tortora, Giuseppe Canfora, Antonio Bottiglieri, Giampaolo Schiavo e Lelio Della Pietra) di accedere alla sala Frau, sede della Fondazione.

E questo perché il presidente bis, Renato Brunetta, ha dato ordini di non aprirla. Così tutti nei locali di Villa Rufolo, sempre su disposizione di Brunetta, secondo gli ordini impartiti per il tramite del revisore dei conti Pierfrancesco Lupi. Qui un’altra sorpresa: altri due componenti del Consiglio dei revisori, Tipaldi e Forcellino, che mostrano un documento in cui rilevano «che allo stato, a parere di questo Collegio, vi è carenza attiva da parte del soggetto che ha sottoscritto la convocazione, nonché sull’avvenuta nomina del presidente».

Ancora dibattiti e poi, un nuovo sfratto e un ennesimo trasferimento, a Palazzo Tolla, sede del Comune. E nella casa municipale si consuma l’epilogo di questa puntata della telenovela: Vuilleumier riferisce delle aggressioni verbali e degli inauditi attacchi personali, che hanno minato la calma apparente di Ravello e fatto sì che si abbandonasse lo schema della pacata dialettica.

Perciò il primo cittadino decide di dimettersi e ora sarà convocato d’urgenza un nuovo Consiglio per l’elezione del presidente.

Gaetano de Stefano

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