«Volevano tanti soldi per darci un diploma»

Le testimonianze di giovani che pensavano di frequentare i corsi dell’università Il sodalizio casertano a Sarno ha una discussa convenzione con il Comune

SARNO. Università Popolare e Comune, tanti aspetti da chiarire e tante dubbi da fugare. In attesa della relazione degli uffici richiesta dal sindaco Amilcare Mancusi sul protocollo d’intesa tra il Comune e l’Università Popolare di Caserta per portare chiarezza sulle dinamiche del rapporto, arriva qualche testimonianza, seppur in forma anonima sull’attività dell’ente di formazione.

La prima a parlare è una ragazza che, qualche anno fa, si era recata presso la sede della struttura per avere notizie su un corso di formazione relativo ai rapporti con l’infanzia. La ragazza racconta: «Circa tre anni fa, mi recai alla sede per avere notizie su un corso di formazione per operatore dell’infanzia. È un titolo importante per poter lavorare nel settore e, così, visto che era in città e che venivano promesse agevolazioni di carattere economico, provai a chiedere. La prima cosa che mi dissero è che bisogna pagare, ma, poi, con mia estrema sorpresa, mi venne anche riferito che, alla fine del corso, non mi avrebbero dato un titolo finito, ma avrei maturato dei crediti per poter sostenere le prove di abilitazione presso altre strutture. Chiaramente, non intendevo sborsare delle somme e non avere la certezza dell’attestato e, quindi, mi indirizzai presso altri enti di formazione». Un’altra testimonianza è di un ragazzo ed è legata ad un laurea in Beni culturali. Il giovane afferma: «Mi recai interessato dalla possibilità di conseguire nella mia città un titolo in una materia che mi ha sempre affascinato. Venni informato dei costi, che non erano nemmeno tanto bassi, ma la cosa che mi fece cambiare idea fu il fatto di apprendere che, poi, l'esame avrei dovuto andare a sostenerlo in Sicilia. Fu una cosa che mi diede molto fastidio e che mi fece cambiare intenzione». I residenti nei dintorni della sede della scuola di formazione, in via Abignente, parlano di inconvenienti igienici, della presenza di grossi cani, di scarsa frequentazione e di una struttura che avrebbe bisogno di interventi di manutenzione.

Le testimonianze raccolte non chiariscono l’entità dei benefici che il Comune riceve dal rapporto con questo ente di formazione che giustifichino l’attribuzione di una struttura pubblica a titolo gratuito, considerato che i corsi che vi vengono tenuti sono a pagamento. A questi interrogativi dovrà dare risposta l’inchiesta interna promossa dal sindaco per sgombrare ogni margine di incertezza in risposta alla curiosità promossa da privati e da altre associazioni, anche di volontariato, che hanno grande difficoltà ad avere una sede.

Gaetano Ferrentino

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