Voleva incendiare la ex Finisce ai domiciliari

Sbagliato l’iter procedurale per il 24enne di Pagani. Gli atti ritornano al pm Il giudice non ha potuto fare altro che accogliere la richiesta del difensore

PAGANI. Nullo il decreto di giudizio immediato, ricomincia tutto daccapo per Michele Napolano, il 24enne paganese rinchiuso nel carcere di Fuorni con l’accusa di tentato omicidio. Il giovane aveva tentato di dare fuoco all’ex fidanzata nel luglio scorso, finendo in manette.

Il legale di fiducia dell’uomo, l’avvocato Giovanni Pentangelo, ha ottenuto l’annullamento del decreto nel corso dell'udienza davanti ai giudici della prima sezione penale del tribunale di Nocera Inferiore, ravvisando un vizio formale nella richiesta di giudizio immediato presentata dalla procura. La richiesta del pm titolare dell’inchiesta era stata avanzata prima che il tribunale del riesame esaminasse la posizione cautelare di Napolano. Il tribunale di Nocera ha accolto l’eccezione della difesa annullando il provvedimento che disponeva il giudizio immediato e rinviando contestualmente gli atti all’ufficio del Pm. La conseguenza è che alla fine ieri l’uomo è stato mandato agli arresti domiciliari, una richiesta che aveva già ottenuto il parere favorevole del pm Giuseppe Cacciapuoti.

Il giovane risponde di stalking, tentato omicidio aggravato e violazione della legge sulle armi, con l’episodio finale avvenuto il 30 luglio scorso. Quel giorno la vittima, G. P., 24enne, originaria di Castellammare ma residente nel centro storico di Scafati, venne chiamata e poi avvicinata dall’ex compagno che tentò di darle fuoco utilizzando liquido infiammabile e poi, nella versione dei fatti raccontata agli inquirenti, estrasse un coltello che portava con sé.

L’arma non venne ritrovata dai carabinieri della tenenza di Pagani durante i primi soccorsi alla 24enne. La giovane donna raccontò di precedenti e durissimi litigi con Napolano, barista che aveva lavorato anche presso il bar di famiglia, luogo dell’incontro e del tentativo criminale. Secondo quanto riportato dalla vittima, Michele Napolano la telefonò cento volte in pochi giorni, per poi decidere per le vie di fatto con un incontro.

“Te ne vieni via con me perché sei mia, quella che devo vedere morta è tua madre”, minacciò, per poi ma poi in preda all’ira aveva preso il liquido infiammabile e detto “io non ho paura, ti brucio viva” mentre la minacciava con un coltello. Ora, per Napolano, l’iter giudiziario ricomincia dall'ufficio dell’accusa, con il pubblico ministero a riformulare la richiesta di giudizio immediato, già presentata per evidenza della prova raccolta e accolta dal gup fino all’avvio del dibattimento.

Accolto l’annullamento chiesto dalla difesa, è arrivata anche la concessione degli arresti domiciliari.

Alfonso T. Guerritore

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