il giallo di cappelle

«Vivrò per trovare o vendicare mia madre»

Lo sfogo su internet del figlio Salvatore Memoli: «Pensino quello che vogliono, nessun privilegio»

«Pensino di me quello che vogliono, io amo mia madre e passerò il resto della mia vita a trovarla o a vendicarla. La mia vita finisce qui. Nessuno può darmi consigli». Salvatore Memoli - figlio della signora Enza Basso, l'anziana 77enne di Cappelle sparita nel nulla insieme al domestico indiano William Jeet Singh - risponde così a quanti, sul sito di "Salernonotizie", in questi cinquanta giorni, hanno voluto esprimere la loro solidarietá; ma anche a quanti hanno voluto insinuare una qualche responsabilitá indiretta dello stesso Memoli nel rapimento della madre. Memoli risponde con una lettera aperta pubblicata ieri sul sito salernitano.

Al direttore Antonio Esposito il presidente di Salerno Solidale chiede «di lasciar parlare liberamente i lettori, come normalmente facciamo da anni. Ringrazio tutti per la solidarietá e posso rassicurare che il sequestro di mia madre non mi vede privilegiato in niente: sono e resto una persona comune. La politica - scrive Memoli - non ha permesso ai miei pochi talenti di emergere e non permetterá nemmeno che io possa avere un riguardo in questo lacerante dolore». «Il dolore è mio e dei miei familiari - sottolinea il presidente - tutto quello che stanno facendo i magistrati, le forze di polizia etc. rientra nelle attivitá riservate a qualsiasi cittadino di questa Repubblica, senza nessun privilegio di casta. Dico loro grazie di cuore, grazie alla stampa, anche quella che scrive testi per soap opera, grazie ai salernitani».

Sul fronte delle indagini si registrano piccoli passi in avanti per quanto riguarda il ruolo avuto in questa vicenda dai due indiani arrestati per favoreggiamento, Kashmir Singh e Gurmaj Singh, rinchiusi nel carcere di Fuorni. Mentre il legale di fiducia dei due indagati, l'avvocato Gerardo Cembalo, ha avviato le sue indagini difensive in vista dell'udienza di Riesame del prossimo 7 settembre, gli uomini della Squadra Mobile, coordinati dal vicequestore Carmine Soriente, ed i militari del Nucleo operativo del Comando provinciale, guidati dal maggiore Michele De Maio, concentrano i loro sforzi per arrivare all'identificazione delle persone che, la mattina del 12 luglio, giorno del rapimento della signora Enza e del domestico William, erano a Cappelle a bordo di una Audi 6. Persone che potrebbero avere un ruolo nella misteriosa scomparsa.

Di certo, sostiene l'accusa, la mattina del rapimento, insieme a William ed alla signora Enza, c'era anche Kashmir Singh, l'ultimo ad aver visto i due nella tenuta Memoli prima che sparissero nel nulla. «Circostanza molti importante - scrive il gip Vito Di Nicola nella sua ordinanza di custodia cautelare - e dallo stesso indagato inizialmente e prontamente riferita agli stretti congiunti della signora Basso (basti vedere le dichiarazioni rese dai figli della donna, Maria Luisa e Dante Memoli), circostanza successivamente negata dapprima alla polizia giudiziaria e poi definitivamente al pubblico ministero». Un mistero, insomma, che si aggiunge ad altri misteri di questo intricato caso giudiziario.