Vitolo percepiva soldi dal Comune per un progetto

Il boss di Lavorate si divideva tra “socialità” ed estorsioni Grosso imbarazzo nella stanze del municipio di Sarno

SARNO. Di giorno collaborava per il Comune e di sera faceva le estorsioni agli imprenditori. Emiddio Vitolo risulta sul libro paga dell’Ente, seppur in via straordinaria.

L’uomo, arrestato per tentata estorsione su disposizione della Dda, percepiva 150 euro dalle casse pubbliche per un progetto di assistenza finalizzata.

La notizia ha fatto scalpore e ha aperto un fuoco di fila sul modo di gestire le politiche sociali in città, già altre volte finito nel mirino per l’assistenzialismo a “macchia di leopardo”.

L’intento di chi ha promosso l’utilità sociale di Vitolo è stato dettato dalla volontà di creargli un percorso di reinserimento, dopo anni di carcere, ma l’idea non ha raggiunto il buon fine e, anzi, crea interrogativi sulla genuinità della concessione del beneficio. Si scrive “progetto di assistenza finalizzata”, ma, in effetti, si deve leggere contributo che il Comune concede, pur essendo tutto passato nelle mani del Piano di Zona.

L’immagine dell’Ente non ne esce bene da questo storia, visto che chi gestisce il settore tecnicamente e politicamente non ha mai creato percorsi di premialità anche sociale per accedere a quei pochi soldi che il Comune può erogare e sottoposti a forte discrezionalità.

Un po’ di tempo fa, il settore servizi sociali sfornava progetti per categorie a rischio, come giusto che sia, ma nessuno per incentivare soggetti non a rischio che, magari attraversassero momenti di seria difficoltà.

Così, per qualche tempo, circolava la battuta che, a Sarno, per avere un contributo dal Comune, dovevi avere la fedina penale macchiata, perché, se eri una brava persona non c’era possibilità di accedere ad alcun tipo di sostegno.

L’indignazione di tanti giovani disoccupati, che, nonostante tutto, rigano dritto, o di pensionati che stentano ad arrivare a fine mese o di malati terminali che non hanno reddito, con questa notizia tocca livelli alti e crea ancora maggiore sfiducia verso l'istituzione. Emiddio Vitolo, già condannato per associazione camorristica e estorsione, è stato arrestato, di nuovo, con l’accusa di chiedere il pizzo dai due ai tremila euro al mese ad alcuni imprenditori della zona di Lavorate, con minaccia di rappresaglie per chi non pagava. Riconosciuto a capo di un clan, Vitolo è considerato dagli inquirenti elemento pericoloso intento ad operare per ricostituire un gruppo camorristico.

In tutto questo, percepiva un contributo per “assistenza finalizzata” dal Comune, soldi inaccessibili a tanti che pur ne avrebbero bisogno, con il beneplacito del funzionario del settore che ha firmato gli atti di liquidazione della spesa e dell’assessore al ramo che, forse, non si è mai interrogato sulla opportunità di tutto questo.

Naturalmente la presenza della classica pecora nera non inficia la bontà dei principi di un sistema che tende al reinserimento sociale di chi ha sbagliato.

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