Angri

Violenze su bimbo di 4 anni, nei guai compagno della nonna

La relazione delle psicologhe dell’Asl ha indotto il giudice a ordinare nuovi accertamenti. Il piccolo manifestava reazioni violente e comportamenti autolesionistici: sospetti su un operaio

ANGRI. Un bambino di quattro anni al centro di un’indagine per abusi sessuali. Il piccolo, figlio di due genitori separati, un lavoratore angrese e una ragazza rumena, è stato affidato ad entrambi con visite libere per il papà, e da tempo vive presso l’abitazione della nonna materna, una signora rumena di cinquant’anni che ha una relazione con un 48enne operaio di Sant’Antonio Abate. I comportamenti strani del piccolo, manifestati successivamente al dicembre 2015, spinsero il padre a sottoporlo ad una visita neuropsichiatrica. Il piccolo aveva reazioni violente e comportamenti autolesionistici.

Alla base dell’inchiesta aperta dalla Procura di Nocera c’è la relazione del Nucleo Operativo Territoriale dell’Asl di Salerno del 28 aprile 2016, nella quale due psicologhe e la dirigente individuano anomalie tali da paventare maltrattamenti e abusi sessuali sul minore. Il padre, inizialmente, aveva segnalato solo i comportamenti anomali del figlio: pianti inconsolabili, schiaffi e pugni sul viso ogni qualvolta si nominava la madre, la nonna materna e il compagno.

Gli esperti del Not dell’Asl sottolinearono «lo sguardo terrorizzato del bimbo alla vista del cellulare, appena squillava o soltanto a vederlo. In particolare, se le assistenti psicoterapeute dicevano che era la nonna paterna o la compagna del padre, il bimbo si tranquillizzava. Se dicevano al contrario che si trattava della mamma, della nonna materna o del compagno, il bimbo aveva violente reazioni emotive».

«Da dicembre 2014 – aveva riferito la nonna paterna- ci fu un cambio repentino di umore e comportamento». Da quel momento il bambino avrebbe rifiutato inspiegabilmente di farsi abbassare pantaloni. Fin quando nel mese di marzo fu segnalato un arrossamento nella zona perianale, col bambino che si lamentava.

A quel punto gli assistenti ricrearono una situazione di gioco, sistemando sul tavolo bambole maschili, femminili e di figure infantili. Il bambino prese un bambolotto maschile, chiamandolo col nome del compagno della nonna, un altro piccolo chiamato col suo nome, disponendo il grande dietro il piccolo simulando un atto di sodomia. Agli atti sono allegati i filmati delle reazioni del bambino, che ancora vive presso casa della 50enne vedova, mentre il 46enne muratore è finito sotto inchiesta. Il Tribunale dei Minori ordinò il trasferimento del piccolo in una casa famiglia, ma la decisione non avrebbe avuto seguito. L’esito dell’inchiesta sarà sciolto nell’udienza del prossimo 14 marzo davanti al Gip Alfonso Scermino, che a novembre ha già respinto una prima richiesta di archiviazione per il muratore accusato di abusi sessuali, ordinando degli approfondimenti investigativi.

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