Violenze contro la moglie incinta 

Maltrattamenti da sei anni, rischia il processo un trentaduenne paganese

Prendeva a botte la moglie continuamente in maniera violenta e sconsiderata, anche durante la gravidanza, il trentaduenne paganese nato in provincia di Napoli e residente nella periferia cittadina: dietro le sue angherie c’era l’esasperazione dovuta alla droga, per cui chiedeva soldi alla coniuge. L’uomo è stato raggiunto dalla richiesta di giudizio immediato presentata dalla Procura di Nocera Inferiore con accuse contestate di stalking, maltrattamenti e lesioni gravi, con gli episodi singoli portati avanti per molto tempo, riferiti dal 2011 con condotta perdurante fino ad oggi.
L’imputato non si fermava davanti alla resistenza della compagna, che in alcune circostanze era in stato interessante e per questo ancora più debole, percuotendola con cadenza quasi quotidiana, prendendola a schiaffi, calci e pugni di fronte ai figli minori, tempestandola di messaggi minatori e ingiuriandola ad ogni occasione con parole pesanti e offensive. In particolare, come emerso dal racconto della coniuge vittima dei suoi comportamenti, l’imputato voleva farsi dare del denaro per l’acquisto di sostanze stupefacenti, minacciandola di morte per questo e costringendola infine a cambiare le sue abitudini di vita. La donna, presa dallo sconforto e dal clima invivibile dentro le mura di casa, dovette abbandonare il suo domicilio per trovare riparo in casa dei familiari, decidendo per evitare altri problemi di non uscire più di casa perché aveva paura di farsi trovare dal marito furente.
La Procura ha ravvisato a carico dell’uomo un quadro probatorio grave, con danni evidenti contro la moglie, la quale versava in un «perdurante e grave stato di ansia e paura, con timore per la propria incolumità». L’indagine, coordinata dal pubblico ministero Valeria Vinci, titolare dell’indagine, ha messo insieme una pluralità di elementi investigativi, a partire dalla denuncia sporta dalla vittima, con i riscontri testimoniali a completare la descrizione dei fatti. La donna veniva picchiata selvaggiamente, come riportano gli atti, in ogni parte del corpo, con frequenza continua: le violenze erano andate avanti per anni, davanti ai figli minori, senza alcuna cura per la loro presenza. Anche quando era incinta, la malcapitata veniva picchiata e minacciata gravemente.
Lui rischia il processo senza il passaggio dall’udienza preliminare, direttamente al dibattimento, dove risponderà di due capi d’imputazione per stalking e maltrattamenti, da una parte, e lesioni aggravate dall’altra, con tanto di referti medici allegati a supporto dell’accusa.
Alfonso T. Guerritore
©RIPRODUZIONE RISERVATA