LA CAMPAGNA

Violenza sulle donne, Essepharma: «Maggiore rispetto per raggiungere la parità di genere»

«Cambiare la mentalità delle persone»

SALERNO - Come mai Essepharma ha deciso di schierarsi contro la violenza sulle donne?

Si può dire per deformazione professionale: siamo da sempre vicini alle persone. La nostra professione è fatta essenzialmente di questo, non ci limitiamo a vendere solo farmaci. Le nostre sono farmacie territoriali, nate in quartieri popolari e la maggior parte della nostra clientela è donna, così come lo sono le nostre dottoresse.

Qual è la percentuale di donne al lavoro nelle farmacie del gruppo?

Su 80 dipendenti, l’80 per cento è donna. È una nostra prerogativa, cerchiamo di lavorare con professioniste femminili. Ad oggi EssePharma è donna.

Quali sono le iniziative sociali a cui negli anni avete aderito?

Da sempre aderiamo alla settimana della ricerca sul tumore al seno, promuovendo la spilletta rosa. Siamo sempre felici di aderire ad iniziative come questa, contro la violenza sulle donne. Ogni volta che capita un’occasione di mettersi dalla parte giusta, noi ci siamo.

Avete mai vissuto momenti spiacevoli all’interno delle vostre farmacie?

Nessuna delle nostre dipendenti ha mai denunciato nulla di grave. Nell’ultimo periodo, però, anche a causa dei due anni di Covid, il clima all’interno delle farmacie è diverso, è teso. Sono nettamente aumentate le aggressioni verbali e questa è una cosa che detesto. Capita spesso di dover correggere i clienti, le ragazze al banco vengono chiamate “signorine” ma in realtà sono dottoresse e, molti, si rivolgono ancora a me quando hanno bisogno di un consiglio medico e questo, è sbagliato.

Cosa dovrebbe cambiare?

La mentalità delle persone, l’aspetto culturale. Purtroppo, non posso far altro che correggere i miei clienti e cercare di dirigerli verso una parità di genere. Quello che posso fornire io ad un cliente è lo stesso che può fornire una dottoressa che lavora con me. Il rispetto, dovrebbe essere uno dei valori principali per uscire da questa diversità di genere.

Federica D’Ambro