LA CAMPAGNA

Violenza sulle donne, Camilla Caramico: «Io, una manager che ha combattuto contro i pregiudizi»

«Punterei ad una maggiore assistenza nel ruolo della donna in casa»

SALERNO - Come mai l’azienda Caramico ha scelto di schierarsi contro la violenza sulle donne?

Ho iniziato a lavorare in questo mondo grazie a mio padre e, da sempre, sono stata l’unica donna dell’intero settore. Non è stato facile. Si scrive violenza sulle donne ma si può leggere in diverse sfaccettature: discriminazione, parità di genere, violenze verbali oltre che fisiche e psicologiche. Nella mia vita non ho subito violenze fisiche ma ho contezza di cosa significa sentirsi discriminata in quanto donna. La frase che mi sono sentita dire più spesso, riferendosi a mio padre, era “il dottore ha soldi e fa giocare la figlia”. Eppure, dopo quarant’anni, sono ancora qui, amministratore unico di una grande società.

Come ci si sente ad essere “unica”?

Provo sentimenti contrastanti. Da una parte essere l’unica può portare dei vantaggi, dall’altra è un sentirsi “soli” costante, perché l’unico tassello che unisce me ed i miei colleghi è il lavoro. Non si tratta solo di affrontare ogni giorno il proprio lavoro ma è un continuo farsi valere in un mondo di uomini, spesso legati ad una mentalità retrograda.

L’azienda ha portato avanti altre iniziative anche in termini di parità di genere?

Non pubblicamente, ho sempre lavorato più che con le azioni pubbliche con i fatti. Oggi il mio braccio destro è donna e molte donne valide sono inserite all’interno dell’azienda. La mia porta è sempre aperta per affrontare qualsiasi difficoltà, ci sono per tutti i miei dipendenti in qualsiasi modo.

Cosa può migliorare la condizione della donna nei luoghi di lavoro?

Dare, ma veramente, pari opportunità lavorative. Le donne imprenditrici fanno il triplo del lavoro perché devono gestire più cose contemporaneamente. Vedo tante collaboratrici che non riescono sempre a conciliare la vita familiare con quella lavorativa perché non ci sono abbastanza sostegni in questi termini. Punterei ad una maggiore assistenza nel ruolo della donna in casa e ad un maggiore ascolto. Spesso capita che le violenze siano già preannunciate ma nessuno interviene come dovrebbe.

(f.d’a.)