Violenza e tragedie per pochi euro

Un altro cadavere fu ritrovato sepolto in un terreno nei pressi dell’aeroporto

PONTECAGNANO. Nell’humus della disperazione la tragedia si innesca per un nonnulla. Per la spartizione di un pasto, per un debito di pochi euro. Lo ha capito troppo tardi Ifrim Petrica, che a 47 anni è stato sepolto con il cranio sfondato in un terreno di Pagliarone, dopo un litigio furioso per una partita di rame che non valeva più di cento euro. E lo sa bene il 56enne nordafricano colpito con un bastone e poi ferito con un coltello e una roncola per aver cercato di preservare la sua cena da un connazionale con cui condivideva, abusivamente, un vano dell’ex tabacchificio di via Italia a Pontecagnano.

Sono solo gli episodi più eclatanti di uno scenario di violenza che si alimenta di miseria, alcol a basso costo e convivenze forzate, e che nella Piana del Sele, dove frotte di migranti arrivano per lavorare sotto le serre a paghe da fame, ha uno dei focolai più pericolosi. Litigi, risse, accoltellamenti sono quasi all’ordine del giorno e molti non arrivano nemmeno sulle scrivanie delle forze dell’ordine. Quando poi il disagio incontra la criminalità la miscela diventa esplosiva e deflagra in casi come il pestaggio di cui fu vittima due anni fa, sul litorale di Eboli, un giovane nordafricano: prima investito con una Bmw, poi rinchiuso nel bagagliaio della sua auto e picchiato con bastoni, bottiglie di vetro e mazze da baseball da una banda di romeni a cui stava contendendo le piazze della prostituzione.

L’omicidio. Il cadavere di Ifrim Petrica fu ritrovato sotto pochi centimetri di terra e fogliame in un canneto non lontano dall’aeroporto “Salerno Costa d’Amalfi”. Era in una buca scavata alla meno peggio, dove gli assassini lo avevano nascosto dopo averlo colpito alla testa e atteso che spirasse. Le indagini hanno ricostruito che il delitto era avvenuto in un capanna abitata da altri stranieri senza fissa dimora, un domicilio di fortuna ricavato in un canneto, dove si andava avanti lavandosi con l’acqua di un canale di irrigazione. In quella baracca il muratore romeno fu ucciso nel corso di una lite con l’ucraino Stefan Karbovskyy, poi condannato all’ergastolo, che lo accusava di non avere saldato il debito per una partita di rame da cento euro. Mikail Kravez, condannato in abbreviato a sedici anni per concorso nell’omicidio, quella sera l’ha ricostruita così: «Avevamo bevuto, poi Stefan è uscito a comprare le sigarette ed è tornato con due romeni. Hanno iniziato a litigare. Ifrim fu colpito con un palo di legno alla testa mentre un altro lo teneva fermo».

La cena. È andata meglio al 52enne S.Z., refertato con venti giorni di prognosi dopo il litigio per la divisione di un pasto. Aveva accusato il coinquilino, il 36enne Abdelouahed El Khattabi, di aver mangiato parte della sua cena facendo sparire un pezzo di pane, ma nella colluttazione ha avuto la peggio. È stato prima tramortito a bastonate, poi ferito all’addome con un coltello e una roncola, ed è mancato davvero poco perché anche nel vecchio tabacchificio abbandonato la lite sfociasse in tragedia. Quando sono arrivati i carabinieri El Khattabi era ancora in stato di agitazione, con accanto gli arnesi sporchi di sangue. Erano le prime cose che si era trovato sotto mano e le aveva usate una dopo l’altra, in una furia cieca. Un copione simile a quello che in un’azienda agricola di Pontecagnano ha visto il 29enne romeno Emilian Savu aggredire con una zappa due connazionali che lo stavano rimproverando. L’attrezzo da lavoro gli servì per colpirli alla schiena e alle braccia, con una violenza che gli è costata una pena per tentato omicidio.

Salerno. Nel capoluogo sono piazza della Concordia e il lungomare le zone più calde. L’ultimo episodio è dell’altro ieri, quando un quarantenne del Marocco è stato denunciato per aver ferito altri due nordafricani e cercato di tagliare gli pneumatici di un furgone. Le vittime si sono rivolte alla polizia, ma non molti di più quelli che non denunciano.

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