Violenza contro le donne I numeri sono allarmanti 

Dopo il femminicidio Maiorano in aumento le denunce: tre nell’ultima settimana Un quadro preoccupante dal report dell’associazione Frida e del Piano di Zona

Sono almeno sessanta le donne a Cava de’ Tirreni vittime di violenza che negli ultimi anni hanno trovato il coraggio e la forza di denunciare quanto subivano tra le mura domestiche e non solo. I numeri sono allarmanti e arrivano da un lato dallo sportello di ascolto dell’associazione Frida, dall’altro dai report periodicamente prodotti dal Centro Antiviolenza del Piano di Zona Ambito S2. Due realtà che lavorano su binari paralleli ma univoci per fronteggiare un problema che negli ultimi tempi è tristemente balzato agli onori della cronaca locale dopo l’efferato omicidio di Nunzia Maiorano, la cui memoria è stata celebrata – insieme a quella di tante altre donne vittima di violenza – lo scorso 8 marzo, in occasione della presentazione della panchina rossa di piazza Amabile (iniziativa che è stata ripresa anche dalla dirigenza dell’istituto “Della Corte – Vanvitelli” e che si ripeterà il prossimo 13 marzo con un’altra panchina rossa nella villetta di Parco Beethoven)
Tornando ai numeri: gli ultimi dati sono stati forniti da Ilaria Sorrentino, presidente dell’associazione “Frida – Contro la violenza di genere”. «La situazione è preoccupante, ma il nostro impegno è costante – ha spiegato Ilaria Sorrentino -. Sono tante le donne vittime di violenza. Nell’ultima settimana abbiamo risposto almeno a tre richieste d’aiuto, che non sono poche in un arco di tempo così breve. Se poi si considera che all’attivo abbiamo almeno 42 casi che stiamo seguendo di donne che si sono rivolte a noi negli ultimi anni, sono numeri questi che devono far riflettere».
Ai dati presentati dall’associazione Frida, ci sono poi da sommare quelli elencati nell’ultimo report prodotto dal Piano di Zona S2, che non solo fornisce i numeri del fenomeno, ma anche presenta anche le percentuali delle varie casistiche e l’identikit del violentatore tipo.
Il Centro antiviolenza ha accolto infatti 21 donne, di cui 19 con cittadinanza italiana e 2 straniera. Il 57% è coniugata, il 33% è nubile, il 10% è separata. Le fasce di età più rappresentate sono quella fino a 29 anni e dai 40 ai 49 anni. L’accesso al Centro è stato per lo più diretto, avvenendo per iniziativa spontanea o accompagnamento con funzione di sostegno da parte di persone amiche o familiari di fiducia. La violenza nel nucleo familiare è quasi sempre psicologica (95%), con alta percentuale di violenza fisica (52%), ed economica (57%); stalking e violenza/molestie sessuali sono presenti ma meno rappresentati (rispettivamente 38% e 28,6%). L’età dei responsabili delle violenze è mediamente più alta, attestandosi al 61% nella fascia d’età tra i 40 e i 60 anni; la condizione occupazionale è lpiù stabile (47,6%), in presenza comunque di un’alta percentuale di disoccupazione o precarietà lavorativa. È a fronte di questi dati che è più volte, dalle istituzioni e dai parenti delle vittime coinvolte, partito l'appello a denunciare.
Giuseppe Ferrara
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