Violentava la moglie, chiesto l’immediato 

La scelta del pm per un paganese che picchiava la consorte e la costringeva a rapporti contro la sua volontà

Risponde di più casi di violenza sessuale, estorsione e lesioni nei confronti della moglie, il ventinovenne paganese già sottoposto al divieto di dimora e ora raggiunto da richiesta di processo con rito immediato presentata dalla Procura di Nocera Inferiore. La denuncia della donna risale allo scorso mese di marzo ma da tempo l’uomo non solo la picchiava chiedendole denaro per l’acquisto di stupefacenti, ma si rendeva protagonista di una serie di abusi sessuali commessi contro la volontà della coniuge. Sebbene infatti i rapporti fra i due fossero oramai logori e il matrimonio a pezzi, e malgrado i due non dormissero più insieme, lui con la scusa di doverle parlare sfruttava ogni occasione per consumare atti sessuali senza il consenso della donna.
Nella denuncia che ha fatto scaturire il provvedimento cautelare emesso dal gip del Tribunale di Nocera Inferiore, la donna si è soffermata in particolare proprio su quegli atti sessuali non graditi: il giovane aspettava il momento in cui la donna, dopo la doccia, andava a letto, e cominciava ad avanzare pretese: «Voglio solo parlare», le diceva, poi però più di una volta con la forza la costrinse ad aprire le gambe abusando di lei. Inutili le resistenze della moglie, che si divincolava urlando «mi fai schifo», ma l’uomo, sfruttando la maggiore forza fisica le teneva bloccate mani e gambe e dopo averle strappato pigiama e biancheria le gridava anche «sei una putt... stai zitta», costringendola a subire, suo malgrado, le pretese sessuali. «Altre volte mi aveva picchiata, e per questo io cedevo, temevo le botte», ha aggiunto la donna nella denuncia. In un’occasione, poi, dopo aver subìto una penetrazione completa senza riuscire a contrastare la violenza del marito, la donna era stata anche chiusa a chiave nella stanza: «Fammi uscire - urlò nei confronti dell’uomo - devo lavarmi perché mi fai schifo».
Lungo dunque l’elenco delle contestazioni mosse al marito: dalle accuse più gravi di estorsioni per droga e di violenza sessuale a quelle di maltrattamenti e di lesioni, refertate in ospedale con tre giorni di prognosi. La ricostruzione del quadro investigativo fatta dai carabinieri, ha portato innanzitutto a un divieto di dimora ma ora è agli atti anche per la richiesta di processo con rito immediato: il pm ha infatti una prova ritenuta concorde e schiacciante per ottenere il salto dell’udienza preliminare.
Alfonso T. Guerritore
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