la sanitÀ

Villa Chiarugi forse salvata dai... disabili

Passa da un piano di riconversione il destino di Villa Chiarugi. Davanti al calo di ricoveri, l’unica strada percorribile è quella di sondare nuove frontiere sanitarie. Spunta così l’ipotesi di...

Passa da un piano di riconversione il destino di Villa Chiarugi. Davanti al calo di ricoveri, l’unica strada percorribile è quella di sondare nuove frontiere sanitarie. Spunta così l’ipotesi di dedicarsi alle riabilitazione “estensiva”. Sono destinati a questa tipologia di assistenza gli utenti non autosufficienti con una disabilità non stabilizzata per i quali è già in atto un progetto riabilitativo individuale, i quali necessitano di un alto supporto assistenziale, infermieristico ed una tutela medica nelle 24 ore.

La necessità di un tale intervento riabilitativo può essere motivata da impossibilità dei pazienti ad avere una adeguata compliance ad un trattamento riabilitativo intensivo, presenza di obiettivi riabilitativi realizzabili solo in tempi lunghi, presenza di disabilità a rischio di aggravamento se non sottoposte ad un adeguato programma anche ciclico. In questo modo si cercherà di dare risposte ai 33, di 95 operai, per i quali è stata avviata la procedura di mobilità, ma si daranno nuove opportunità in termini sanitari al territorio.

Un punto da considerare e approfondire, sottoposto pure all’attenzione dei sindacati che lunedì pomeriggio si sono incontrati con i lavoratori ed i rappresentanti aziendali presso la struttura di via Atzori. Il calo di ricoveri registrato da settembre ad oggi non fa ben sperare i vertici sanitari. Per più di 100 anni, infatti, la clinica neuropsichiatrica ha sempre dormito sonni tranquilli. Solo da qualche mese attraversa questa crisi. Si è, infatti, passati da 130 ricoveri in media mensili ad appena 60, attualmente diventati 65. Presenze che non consentono alla struttura di garantire lo stipendio e il lavoro a tutti gli attuali dipendenti. «La Cisl – ha dichiarato il segretario Pietro Antonacchio – si è fatta promotrice di attivare un rilancio immediato della concertazione in Asl per la elaborazione di un piano».

Salvatore D’Angelo

©RIPRODUZIONE RISERVATA