Decoro e ambiente

Vietati panni stesi e battitura dei tappeti a Capaccio

Capaccio, il Comune lavora ad un nuovo regolamento Messi al bando anche i pozzi neri e le aziende pericolose

Tutela ambientale, igiene e sanità: il Comune sta elaborando un apposito regolamento con una serie di novità rilevanti per i cittadini e aziende. Per la progettazione di insediamenti di superficie edificabile superiore a 10mila mq, per esempio, dovrà essere redatta una relazione idraulica e nelle località servite da fognature è obbligatorio l'allacciamento al pubblico servizio. Gli insediamenti civili, con un numero di vani superiore a 10, e gli scarichi a questi assimilabili, provenienti da attività di produzione beni e servizi, che non recapitano in pubblica fognatura, sono tenuti ad installare sistemi di depurazione ad ossidazione totale con ricircolo fanghi od altre tecnologie.

Nelle zone agricole senza fognature, lo smaltimento per sub - irrigazione degli effluenti di insediamenti civili, provenienti da fosse settiche o e Imhoff, è consentito solo su terreni di proprietà, annessi all'insediamento. Vietati i pozzi neri. Nel caso di ristrutturazioni o demolizioni con ricostruzione, i pozzi neri devono essere rimossi. Per l'utilizzo su suolo agricolo di ammendanti o altri prodotti ad azione fertilizzante l'utilizzo è ammesso solo previo certificato di analisi attestante il rispetto dei limiti di accettabilità per le caratteristiche agronomiche e tutela ambientale.

È vietato spolverare o battere indumenti personali, tappeti o altro, se può arrecare danno ai passanti o al vicinato. È vietato stendere la biancheria su balconi o facciate, visibili dalla pubblica via. Chiunque impieghi apparecchiature emittenti radiazioni non ionizzanti a scopo terapeutico, di estetica o per disinfezione e sterilizzazione, con l'esclusione delle apparecchiature ad uso domestico, deve darne comunicazione, entro 20 giorni dall'installazione. Sul regolamento il Comitato “Sorvella Sabatella” ha proposto diverse integrazioni in particolare per le centrali a biomasse.

Nella proposta si chiede che il ricorso a questo tipo di impianti «avvenga almeno per il 50% dall’autoproduzione aziendale o consortile; nel caso di produzione consortile le stesse devono provenire da un raggio non superiore di 7,5 km. Le centrali sono ammesse in base alla valutazione dei rischi di incidente rilevante, direttiva Seveso e al relativo parere di compatibilità ambientale del consiglio comunale; devono contenere nel perimetro dell’insediamento un’area di almeno 100 m di larghezza di alberi di alto fusto per la mitigazione ambientale». Per industrie e attività insalubri o pericolose si propone che « sia vietata la costruzione»; le stesse potranno essere approvate in deroga dal consiglio comunale previa «partecipazione e istruttoria pubblica che costituiranno parte vincolante del provvedimento; valutazione di impatto ambientale; informazione, per iscritto, a tutti i residenti o proprietari di immobili e aziende nel raggio di 500 metri; verifica di attività esistenti che potrebbero essere danneggiate».

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