Videosorveglianza Il “grande fratello” accecato dall’incuria

Il sistema di controllo del territorio ha falle in più punti E il Comune perde anche il finanziamento da 300mila euro

CAPACCIO. Sistema di videosorveglianza a Capaccio? Tutt’altro che efficiente a causa della mancanza di un’adeguata attività di manutenzione. E, intanto il Comune ha anche perso l’opportunità di ottenere un finanziamento stanziato dalla Regione nell’ambito del progetto Pon sicurezza 2012 – 2013. Il progetto, che prevedeva il potenziamento del sistema di videosorveglianza su tutto il territorio con l’installazione di un centinaio di telecamere, con un investimento di circa 300mila euro, doveva essere presentato dal Comune entro lo scorso 31 dicembre. Di fatto, così non è stato. E l’ente non ha preso parte al bando che gli avrebbe potuto consentire di ottenere le risorse necessarie, nonostante il progetto fosse già stato elaborato.

Attualmente il sistema di videosorveglianza è costituito da 36 telecamere ma diverse sono le inefficienze. In primis ci sono degli impianti che, da mesi, attendono di essere ripristinati. Uno di questi è la telecamera all’incrocio della contrada Laura che, l’estate scorsa, è stata danneggiata: il palo si è piegato e pertanto è inattiva. Un’altra, brandeggiabile che puntava sulla scuola e la posta a Gromola è bloccata con l’immagine fissa a terra. Quattro telecamere nell’area archeologica per mancanza dell’energia elettrica, a causa di atti vandalici effettuati circa due anni fa alla centralina, non sono funzionanti.

La zona non coperta dal sistema di videosorveglianza è quella della Licinella, Santa Venere e della stazione ferroviaria di Paestum. Un altro problema riguarda le telecamere installate nelle scuole della Licinella, Torre, Capaccio scalo e Laura dove spesso la corrente si stacca compromettendone la funzionalità. Ad esempio, l’ultimo raid effettuato ai danni della scuola comunale della Licinella, con il furto al distributore di bevande e alimenti, non è stato registrato dalla telecamere proprio a causa di un black out.

Un problema legato dunque alla manutenzione, che non viene eseguita in modo costante probabilmente per una questione economica. Un’altra telecamera mobile giace inutilizzata nel macello. Sarebbe necessario, inoltre, una delocalizzazione delle telecamere intelligenti ( in grado di leggere le targhe per le consequenziali multe) che, collocate in aree a rischio discarica, attualmente hanno esaurito la propria funzione. Secondo una prima stima sarebbero sufficienti 3000 euro per la realizzazione di nuove postazioni in altre zone del territorio dove sarebbero maggiormente utili soprattutto a tutela dell’ambiente. Si tratta dei sistemi di videosorveglianza a Laura, Chiorbo – Cortigliano, lungo la strada provinciale per Albanella, lungo la provinciale Gromola – Varolato e Viale della Repubblica – Laura. Tutte zone che erano diventate delle discariche. Grazie alle telecamere il fenomeno è stato ampiamente debellato anche con la notifica di centinaia di sanzioni agli inquinatori.

Angela Sabetta

©RIPRODUZIONE RISERVATA