Vicinanza, genitori sul piede di guerra

Molte famiglie bocciano la proposta della settimana corta La dirigente: «Faremo un sondaggio per scegliere l’orario»

Sono sul piede di guerra molti genitori dell'Istituto comprensivo “Vicinanza-Pirro”. Il motivo della “rivolta” è moto semplice: non condividono la scelta della dirigente scolastica, Sabrina Rega, di adottare dal prossimo anno scolastico la “settimana corta”. Che ridurrebbe i giorni di lezione dal lunedì al venerdì, lasciando il sabato libero. E, perciò, annunciano battaglia. Anche perché non affatto digerito una decisione che in molti ritengono sia un’imposizione, non condivisa pure da alcuni docenti. Non è di questo avviso la dirigente scolastica, che evidenzia come il voler modificare l'orario in funzione del sabato libero non sia uno sfizio ma, piuttosto, una necessità.

«Dal prossimo anno avremo meno personale - spiega - e perciò dobbiamo adattarci a questa nuova situazione. E, poi, la settimana corta s’inserisce alla perfezione nel tessuto socio economico e culturale del centro cittadino. Tant'è che molte altre scuole hanno già adottato questa soluzione. Inoltre questa scelta è stata fatta dal Consiglio già lo scorso anno e, dunque, io do esclusivamente prosecuzione ad una delibera già esistente». La preside, tuttavia, è intenzionata a sottoporre ai genitori due orari. E saranno proprio loro a scegliere quello che piace di più, attraverso una consultazione democratica. In pratica si voterà l’orario che più si adatta alle esigenze delle famiglie. Per ora, comunque, l'unico elaborato è quello che prevede, alla primaria, l'orario delle lezioni, dal lunedì al giovedì, dalle 8 e 10 alle 13,30, e il venerdì dalle 8 e 10 alle 13 e 10. Per la media, invece, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 14.

«In questo modo - spiega Rega - resterebbero scoperte 22 ore di lezione, che verrebbero recuperate, da docenti e alunni, attraverso 4 giornate a tema».

La spiegazione, tuttavia, non convince i genitori, che continuano ad avere le loro idee e soprattutto, tante perplessità sul nuovo orario. E a sostenere che si è preferito adottare una linea e prendere una decisione senza tener conto delle loro esigenze. «Non siamo stati interpellati - rimarcano - e già di per sé questo dato di fatto ci amareggia non poco.

Siamo perplessi perché il prossimo anno, i bambini di prima elementare, molti dei quali saranno anche anticipatari, dovranno stare seduti tra i banchi per ben 5 ore al giorno, senza avere la possibilità di utilizzare un laboratorio o una palestra. Forse i responsabili del plesso hanno dimenticato che la salute mentale resta ancora oggi una delle materie studiate dagli insegnanti». Ma, al di là delle considerazioni sulle carenze strutturali, o sull'opportunità o meno di recepire, anche alla Vicinanza e alla Pirro la settimana corta, i genitori sembrano essere stanchi di dover subire ulteriori disagi. E lamentano altri disservizi. «Siamo stati costretti - sottolineano - a procurarci, a nostre spese, divise e maglie bianche, anche se non era necessario, perchè il regolamento parla di abbigliamento consono. E ci è stato chiesto un contributo economico per sopperire alla carenza di materiale didattico, come pennarelli per la lavagna elettronica e carta igienica».

«Come se non bastasse - aggiungono - pure per il progetto di musica, è a pagamento. In pratica noi genitori paghiamo anche se la scuola è pubblica. E, in cambio, non veniamo interpellati per decisioni importanti come quella della settimana corta». Che se venisse adottata, peserebbe sulle finanze delle famiglie. «Molti di noi lavorano pure il sabato - concludono i genitori - e quindi, saremo costretti ad aggiungere alle spese anche quella della baby sitter".

©RIPRODUZIONE RISERVATA