Via libera per 1.875 case Si sbloccano le aree Peep 

Varato l’elenco definitivo di cooperative e aziende che potranno costruire

Stavolta per il “piano casa” del Comune è arrivato davvero il momento dello start. Dopo ricorsi, sentenze, e una graduatoria provvisoria approvata più di un anno fa, ieri la giunta municipale ha varato l’elenco definitivo di imprese e cooperative che potranno realizzare i nuovi alloggi nelle aree destinate all’edilizia economica. Ora il prossimo passaggio è quello dell’assegnazione dei lotti, che avverrà in base all’ordine di graduatoria e assicurando – così è stato stabilito nella delibera approvata ieri dalla giunta – la «saturazione insediativa» di ognuna delle aree individuate dal piano. A realizzarla saranno le quattro imprese ammesse e quelle delle 92 cooperative in lista che risulteranno in posizione utile, dopo gli ulteriori frazionamenti dei lotti non assegnati alle aziende per mancanza di candidature sufficienti.
In media, ogni cooperativa ha fatto richiesta per costruire una trentina di alloggi. I numero sono invece più elevati per le imprese, che hanno progettato da un minimo di 40 a un massimo di 82 abitazioni. Le zone dove saranno realizzate sono quelle previste dal piano casa approvato nell’ormai lontano 2009: Monticelli (314 appartamenti), San Leonardo nella zona Ferrovia (861), Fuorni (652) e Lamia(48). Un totale di 1875 nuove abitazioni, immaginate quando in città il mercato del “nuovo” era pressoché paralizzato e che adesso andranno ad aggiungersi all’espansione edilizia degli ultimi anni.
Il piano originale prevedeva anche la zona di Matierno e del quartiere Italia, che però sono state stralciate nel corso del tempo, mentre il piano casa annaspava nelle aule della giustizia amministrativa. Oggi dalla pubblicazione del bando sono passati otto anni; due dalla sentenza del Consiglio di Stato che accoglieva i ricorsi di alcune coop e imponeva di rielaborare le prime graduatorie, pur consentendo di non ripartire da un nuovo bando. Era l’agosto del 2009 quando una decina di cooperative decise di fare ricorso al Tar, reputando quel bando illegittimo. E il tribunale amministrativo diede loro ragione. A febbraio 2013 fu emessa la sentenza che giudicava illegittima la clausola che dava fino a cinque punti alle cooperative in grado di presentare, oltre al requisito dell’affidabilità bancaria, un attestato in cui l’istituto di credito si dichiarava disponibile a finanziare i lavori senza ulteriore istruttoria, in quanto ritenuto un limite alla libera concorrenza. Sembrava che tutto fosse risolto, il Comune era pronto a ripartire riscrivendo il bando ex novo. Ma ecco comparire un nuovo ricorso, stavolta in Consiglio di Stato. Paradossalmente a proporlo erano le stesse cooperative risultate vincitrici davanti al Tar perché contrarie all'ipotesi, contenuta nel dispositivo, di dare vita ad un nuovo bando di gara. Era il maggio del 2013. Il Consiglio di Stato a settembre 2015 ha emesso la sentenza dando ragione ai ricorrenti e ha invitato quindi il Comune di Salerno a rimodulare semplicemente la graduatoria sulla base di nuovi criteri, rifacendosi “alla sola attendibilità e serietà dimostrata dal concorrente nei rapporti con il sistema creditizio, senza alcun riferimento alla finanzi abilità degli interventi”. Il procedimento è stato riattivato nell’aprile del 2016 da una delibera di giunta, e nel settembre dello stesso anno è stata approvata la graduatoria provvisoria. Sembrava che la strada fosse in discesa, e invece per arrivare all’elenco definitivo c’è voluto un altro anno. Le posizioni, infatti, sono state ancora cambiate in virtù delle segnalazioni di alcune coop. Nell’elenco ve ne sono 92, di cui 23 con lo stesso punteggio.
Anche il tempo ha fatto sentire il suo effetto: quando nel 2016 la procedura è ripartita, cinque cooperative hanno dichiarato di non più essere interessate, tre sono risultate cancellate e una era già stata sciolta per atto dell’autorità. Inoltre due imprese delle originarie sei sono state escluse perché in liquidazione coatta o fallite. (c.d.m.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA