Via libera alle costruzioni in zona agricola

La delibera a Sarno è pronta ma non mancheranno le discussioni sui vincoli di tipo abitativo

SARNO. Pronta una delibera consiliare che amplierà le possibilità edificabili in zona agricola principalmente. Saranno aumentate le possibilità di arrivare al lotto minimo che permetterà di richiedere il permesso a costruire anche a chi ha particelle fisicamente separate.

Il regolamento edilizio annesso al programma di fabbricazione del 1973, vigente fino a quando non si approverà un nuovo piano regolatore, non prevede lo sfruttamento edilizio di fondi che, pur appartenendo allo stesso proprietario e pur essendo omogenei dal punto di vista urbanistico, non siano fisicamente contigui. In conseguenza di questo, diversa fondi sul territorio, pur se funzionalmente contigui, non consentono il raggiungimento, soprattutto in zona agricola, del lotto minimo edificabile di 3000 mq, cioè il requisito minimo richiesto per richiedere la concessione.

I fondi sono contigui quando non sono attaccati, pur appartenendo allo stesso soggetto, ma sono divisi da una strada, da un fiume, un canale o un acquedotto e altre opere simili. I comuni limitrofi, che hanno una normativa urbanistica più moderna in quanto hanno approvato il puc, consentono già da anni la possibilità di asservire fondi totalmente disgiunti e addirittura, in qualche caso più spinto, situati in altri comuni, al fine di adeguarsi alla realtà sociale delle piccole proprietà contadine che, pur possedendo notevoli quantità di terreni sparsi, non avevano la capacità di raggiungere il lotto minimo utile a soddisfare le necessità abitative e di servizio degli agricoltori.

Il consiglio comunale, in una prossima seduta, modificherà, con un indirizzo interpretativo ampliativo, riferito alle zone E1dando spazio alle particelle contigue. Il concetto di contiguità, però, sarà interpretato in maniera restrittiva rispetto ad alcuni comuni limitrofi e saranno intese tali non solo quelle con contatto fisico, ma anche quelle fisicamente non più adiacenti a causa di frazionamenti ed espropri che li hanno divisi oppure sono stati divisi dalla realizzazione di pubblici servizi o strade.

L’atto è stato licenziato dalla competente commissione nel 2010 e da allora non se n’era più parlato. Di recente, invece, l’argomento ha subito una accelerazione, forse anche straordinaria, visto che, comunque è in itinere il procedimento di elaborazione del piano regolatore. La scelta di considerarla un’interpretazione di un articolo piuttosto che una modifica consente di accedere a un iter più semplificato. Soprattutto nelle frazioni spiegherà i suoi effetti consentendo di costruire o di poter sanare manufatti in zona agricola.

Gaetano Ferrentino

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