«Via da Fuorni direttore e comandante» 

La richiesta dell’assemblea del personale alla presenza della delegazione dell’Unione sindacati di polizia penitenziaria

Chiedono la “testa” del direttore della Casa circondariale di Fuorni e del comandante del reparto. È quanto emerge dall’assemblea sindacale del personale della polizia penitenziaria del carcere salernitano, che si è riunito in concomitanza con la visita della delegazione dell’Unione sindacati di polizia penitenziaria, capitanata dal presidente nazionale, Giuseppe Moretti, e composta dal segretario nazionale, Giuseppe Del Sorbo, dal segretario regionale, Ciro Auricchio e dal segretario provinciale, Alfonso Sorrentino.
Nei confronti della dirigenza, dunque, è in atto una vera e propria sommossa interna e il clima tra i protagonisti dello scontro non è dei più edificanti, in quanto direttore e comandante vengono accusati di applicare pedissequamente le disposizioni ministeriali, senza tener conto delle carenze d’organico e di quelle strutturali. In pratica, a detta dei sindacati, s’attivano nuovi servizi nonostante la mancanza di personale (all’appello mancano 70 unità) e i limiti oggettivi di una struttura piuttosto datata e, di conseguenza, in taluni caso non affatto idonea.
«Le nostre denunce sulla carenza d’organico, sulle ombre organizzative, sulle lacune nella gestione delle risorse umane e sui conseguenti potenziali rischi – evidenzia Moretti – erano fondate e non sono state minimamente ascoltate dall’Amministrazione centrale». Amministrazione che, anzi, dopo l’evasione, ha pure “invitato” l’Uspp, attraverso il direttore del personale «a non pubblicare – rivela Moretti – dati sensibili». «Esiste, inoltre – aggiunge il presidente nazionale – scollamento tra il comando dell’istituto e il personale, che è fonte di gravi problematiche, perché il personale è fortemente stressato e in affanno a causa dell’assenza di un piano di rideterminazione dei posti di servizio e dei corrispondenti carichi di lavoro. Devono essere recuperate ben 14 mila giornate che, facendo 2 calcoli, significa che da adesso alla fine dell’anno dovrebbero andare in licenza 20 agenti. Oggi (ieri per chi legge ndr) siamo qui per testimoniare la nostra vicinanza nei confronti dei colleghi che lavorano in una struttura che presenta una serie infinita di criticità».
Dunque la situazione non è affatto delle più semplici e l’evasione dello scorso 26 settembre non è altro che la punta dell’iceberg o, meglio, un ingranaggio della bomba ad orologeria che potrebbe esplodere in qualsiasi momento. «Spero che a pagare per l’evasione – precisa Moretti – non sia l’anello più debole che, in questo caso, è costituito dall’agente addetto alla sicurezza nei corridoi di passeggio, che era da solo e che, invece, avrebbe dovuto avere l’assistenza di altri 4 colleghi. Sono fiducioso, comunque, nel lavoro della magistratura che certamente saprà individuare eventuali responsabilità».
Che Fuorni sia una vera e propria “polveriera” lo conferma anche Auricchio che, anzi, definisce il carcere cittadino «il peggior penitenziario della Campania, assieme a quello di Poggioreale». «Molte delle aree destinate al personale – precisa Auricchio – non sono a norma, in quanto dovrebbero essere adeguate in base alle specifiche contenute nella normativa vigente». E, ancora, se da un lato c’è carenza di personale, dal’altro c’è un sovraffollamento che rende il lavoro ancora più duro e stressante. E, pertanto, esiste anche un grave problema relativo al controllo dei detenuti, che negli ultimi tempi è sfociato in aggressioni agli agenti o in sanguinose risse tra gruppi rivali.
«Le celle aperte – conclude Auricchio – vanno bene se c’è il supporto tecnologico e ci sono le risorse materiali necessarie. Nel carcere salernitano tutto questo non c’è e, inoltre, qui i clan napoletani hanno preso il comando e non di rado si assiste a veri e propri scontri per la supremazia all’interno dell’istituto».
Gaetano de Stefano
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