Vertice tra prefetto e vescovi

In programma un incontro per definire le modalità per nuove accoglienze

SALERNO. Dopo un primo incontro a Napoli che ha visto coinvolti i vescovi campani, il cardinale Sepe ed il prefetto di Napoli Pantalone, ora la mobilitazione per fronteggiare l’emergenza migranti si sposta a Salerno. È in programma un vertice che unirà intorno allo stesso tavolo organi prefettizi e religiosi. Lo conferma don Alfonso D’Alessio, responsabile dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della Diocesi di Salerno. «Dopo l’incontro di Napoli, ora si attende quello previsto tra il prefetto di Salerno e i vescovi della provincia per verificare le possibilità e le modalità dell’accoglienza secondo le norme che regolamentano la questione dei rifugiati. Credo che l’invito del papa vada colto, ma occorre trovare le strutture e coinvolgere fedeli e cittadini in modo di avere uno spirito concreto di accoglienza necessaria per evitare frizioni e favorire la reale integrazione». Chi dà una mano concreta ai migranti è don Vincenzo Federico direttore della Caritas di Teggiano-Policastro. «Arrivano dai paesi subsaariani, da Bangladesh, Afghanistan, Pakistan e Sud-Est asiatico. Ora accogliamo 700 persone, di questi una 20ina sono bambini ospiti tra Montesano e Padula, poi ci sono famiglie e isolati. Si trovano in «residence, alberghi e nelle proprietà della Diocesi tra Pontecagnano, Eboli, Palinuro, Policastro, Monteforte, Sansa, Padula, Montesano, Sicignano degli Alburni, Roscigno, Sassano, Atena Lucana e Polla». La Prefettura si occupa di emanare i bandi di affido per gestire le strutture «e conosce anche il numero di persone che ospitiamo e che vanno via e tramite un coordinamento con altre prefetture dispone nuovi arrivi, dalla Sicilia e dalla Calabria». Molti sperano di raggiungere la Germania, la Svezia o la Norvegia dove i servizi sociali sono più solidi. A Salerno, invece, il Comune si è occupato, per legge, dei minori stranieri non accompagnati. Una piccola rappresentanza di migranti è a Sarno (70) e una a Eboli (200). Poi nel Cilento «è attivo il Consorzio La Rada, cooperativa che accoglie donne e bambini - ricorda don Federico - alcuni migranti sono rimasti tra Palinuro e Vallo, lavorano come tornitori, falegnami, panettieri». (m. c.)