Vertenza “Paif”, summit coi consulenti

Trattativa aperta sui licenziamenti tra il sindacato e la proprietà. Confermato lo sciopero e il blocco della produzione

Nessuna apertura da parte dell’azienda e lo sciopero dei lavoratori Paif e Termopaif va avanti. Troppo ampia la distanza tra le parti per giungere ad un accordo, almeno in tempi brevi. Ieri i consulenti delle due storiche aziende battipagliesi hanno avuto un colloquio durato circa tre ore con i lavoratori, in sciopero da ieri mattina alle 7 dinanzi agli stabilimenti di via Spineta, per tentare di giungere ad un’intesa. Ma di fronte alla mancata volontà da parte dell’azienda di smuoversi dalle proprie posizioni (liquidazione della Paif e drastico ridimensionamento della Termopaif), i lavoratori hanno ribadito le loro scelte.

«Ad oggi non c’è nessuna condizione per fermare lo sciopero – ha spiegato Carmine Palma, rsu della Paif – neppure il colloquio con i consulenti della proprietà ci ha convinti a fermare la protesta. Per ora non c’è spazio per alcuna trattativa. L’azienda deve portare un piano alternativo per salvare almeno una parte dei lavoratori. Noi restiamo in stato di agitazione a tempo indeterminato». Oggi i consulenti esporranno la situazione alla famiglia Pastena, proprietaria dei due gruppi aziendali. Solo dopo tale incontro si verrà a conoscenza di una eventuale, ma difficile, modifica delle scelte societarie. La sensazione è che solo un cambio di strategie da parte del gruppo aziendale potrebbe cambiare le cose.

Nel corso dell’incontro di ieri i consulenti hanno semplicemente ribadito le volontà della proprietà. La direzione resta quella segnata lo scorso dicembre ed evidenziata pochi giorni fa in Prefettura. La Paif sarà liquidata nei prossimi mesi, con il conseguente licenziamento di tutti i 31 lavoratori, e la Termopaif andrà verso un forte ridimensionamento, passando dalle attuali 53 a 28 unità. Con l’unica promessa che in futuro si potrebbe provvedere all’assunzione in Termopaif di almeno una parte dei licenziati alla Paif. Carmine Palma, Giuseppe Citro, Giovanni Bertolini e Bruno Carucci, in qualità di rsu, hanno invece chiesto nuovamente di prendere in considerazione un piano industriale alternativo, che preveda innanzitutto la continuità delle due aziende con un sacrificio in termini di tagli ai posti di lavoro. Le organizzazioni sindacali sarebbero disposte a ragionare su un massimo di 30 licenziamenti, di cui 18 alla Paif e 12 alla Termopaif, con la possibilità di rientri futuri a lavoro. La differenza tra le due proposte è ancora piuttosto ampia e al momento le possibilità che la forbice si riduca sono assai limitate.

Ieri una delegazione del Pd di Battipaglia ha incontrato al Comune il commissario straordinario Mario Rosario Russo. «È stata ribadita anche dal commissario la volontà di continuare a verificare tutte le iniziative per salvaguardare i livelli occupazionali e di produzione alla Paif e alla Termopaif – ha detto il segretario cittadino del Pd, Luca Lascaleia – Dopo l’intervento, da noi sollecitato, del prefetto, siamo in attesa anche di risposte dalla Regione e dal Governo rispetto alla nostra proposta di dichiarazione di crisi della zona industriale per accedere a risorse economiche da utilizzare anche come fondo di garanzia per quelle aziende, come la Paif, che hanno immediata capacità di produzione».

Francesco Piccolo

©RIPRODUZIONE RISERVATA