Vertenza “Fos”, bloccata la produzione

Dura protesta degli operai dopo la comunicazione della società: scatta la mobilità per 80 dipendenti

Si fa sempre più tesa la situazione alla “Fos” di Battipaglia. Gli operai dello stabilimento di via Spineta, che impiega un totale di 369 lavoratori (quasi tutti battipagliesi), dopo aver organizzato un presidio fisso pacifico giovedì mattina – in attesa dell’assemblea interna all’azienda già fissata per lunedì mattina – ieri hanno bloccato la produzione.

Quasi tutti i lavoratori sono scesi in strada dalle 7.30 di ieri, protestando dinanzi alla fabbrica e diramando un comunicato ufficiale in cui si legge che «l'azienda ieri sera (giovedì sera, ndr) ha comunicato la procedura di mobilità di 80 persone».

Dopo la protesta pacifica di ieri delle maestranze con la produzione che continuava nella normalità, «stamattina dalle 7,30 tutte le maestranze in protesta davanti ai cancelli della fabbrica con la produzione ferma», hanno ribadito nella nota.

Gli operai della Fos erano già scesi in piazza giovedì mattina, chiamando a raccolta istituzioni e sindacati per evitare il licenziamento di 60 dipendenti. Il gruppo Prysmian, malgrado la protesta, avrebbe comunque ufficializzato la scelta di mettere in cassa integrazione 80, e non più 60, dipendenti. In pratica, tutti quelli che lavorano nel modulo 1 dello stabilimento di via Spineta.

Quello che produce fibre ottiche utilizzando un vecchio sistema che costerebbe circa il 40% in più rispetto alle più moderne tecnologie impiantate nei moduli 3 e 4 della stessa fabbrica.

La protesta andrà avanti anche questa mattina, mentre per lunedì è già stata fissata un’assemblea generale in azienda a cui dovrebbero partecipare attivamente pure alcuni dirigenti della Fos.

I primi tagli dovrebbero essere operativi già all’inizio del mese di luglio, mentre a settembre 30 unità sarebbero ricollocate presso un altro stabilimento dello stesso gruppo ad Arco Felice, Pozzuoli. Quattro lavoratori rientrerebbero nel nuovo progetto di trigenerazione all’interno della medesima azienda battipagliese. Per tutti gli altri scatterebbe la cassa integrazione, i più fortunati verrebbero accompagnati verso il pensionamento.

Un piano che non ha convito i sindacati interni che hanno annunciato la loto netta opposizione.

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