Vertenza alla “Fos” L’assemblea decide lo stop all’agitazione

I vertici della società disposti a discutere coi sindacati del piano di riorganizzazione che prevede 80 esuberi

Riprenderanno oggi le attività presso lo stabilimento della Fos in via Spineta, azienda che dalla scorsa settimana vive una delicata vertenza col rischio di 80 licenziamenti. Ieri si è tenuta un’assemblea straordinaria dei lavoratori a fine turno: da mezzogiorno alle 14 per il primo giro, dalle 20 alle 22 per il secondo, questa mattina si completerà il giro con il terzo turno dalle 4 alle 6.

L’azienda ha deciso di ascoltare i sindacati, comunicando la fissazione di un vertice per giovedì a Salerno, presso la sede provinciale di Confindustria. Solo dopo il passo avanti della dirigenza del gruppo Prysmian, di cui fa parte la Fos (Fibre Ottiche Sud), le organizzazioni sindacali hanno comunicato la ripresa delle attività. Resterà bloccato solo lo straordinario.

L’attenzione resta comunque altissima in vista della riunione di giovedì che potrebbe essere determinante per il futuro della Fos. Al tavolo prevista la presenza del presidente di Confindustria Salerno, Mauro Maccauro, e di almeno due dei tre vicepresidenti Pasquale Gaito, Gerardo Gambardella e Gennaro Lodato. D’altronde si parla di una vertenza che rischia di avere degli strascichi importanti a livello occupazionale.

Lo stabilimento di via Spineta impiega un totale di 369 lavoratori (quasi tutti battipagliesi), scesi in strada la scorsa settimana per protestare contro la decisione dell’azienda di avviare «la procedura di mobilità di 80 persone». Gli operai della Fos hanno incrociato le braccia, chiamando a raccolta istituzioni e sindacati per evitare i licenziamenti che interesserebbero l’intero modulo 1 dello stabilimento di via Spineta. Quello che produce fibre ottiche utilizzando un vecchio sistema che costerebbe circa il 40% in più rispetto alle più moderne tecnologie impiantate nei moduli 3 e 4 della stessa fabbrica.

I primi tagli, stando al cronoprogramma stilato dall’azienda, dovrebbero avvenire all’inizio del mese di luglio, mentre a settembre 30 unità sarebbero ricollocate presso un altro stabilimento dello stesso gruppo ad Arco Felice, Pozzuoli. Quattro lavoratori rientrerebbero nel nuovo progetto di trigenerazione all’interno della medesima azienda battipagliese. Per tutti gli altri scatterebbe la cassa integrazione, i più fortunati verrebbero accompagnati verso il pensionamento.

Nel corso della riunione in Confindustria si parlerà anche dell’investimento da 20 milioni di euro che il gruppo vuole fare sulla trigenerazione. Si tratta di un particolare campo dei sistemi di cogenerazione che, oltre a produrre energia elettrica, consente di utilizzare l’energia termica recuperata dalla trasformazione termodinamica anche per produrre energia frigorifera, ovvero acqua refrigerata per il condizionamento o per i processi industriali, come acqua glicolata o ammoniaca liquida. Rispetto alla generazione di sola energia elettrica, in un sistema di trigenerazione il rendimento globale aumenta perché viene sfruttata una maggiore percentuale del potere calorifico del combustibile. I principali vantaggi della trigenerazione sono la riduzione dei costi dell’energia primaria e di gestione, una maggiore energia elettrica disponibile, l’utilizzo del calore in esubero.

Francesco Piccolo

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