«Vergogna, Simone messo in un tugurio»

La rabbia dei De Falco per la salma congelata all’ospedale e il degrado al cimitero: «Gravi le mancanze di Asl e Comune»

«È una vergogna, hanno buttato Simone in un tugurio». A parlare è il fratello ma, al suo fianco, ci sono tutti i familiari di Simone De Falco, 39enne appuntato dei carabinieri cavese morto suicida, una settimana fa, all’interno del Comando provinciale di Salerno, dove prestava servizio. Sono tutti, oltre che comprensibilmente provati, indignati e amareggiati per quanto accaduto il giorno prima, mercoledì, al momento del trasferimento del cadavere del loro congiunto dall’ospedale cittadino al cimitero, dove avrebbe dovuto tenersi l’autopsia, poi rinviata a causa di una serie di “incidenti” inaspettati e imprevedibili, rispetto ai quali è stato presentato anche un esposto. L’esame autoptico ha subìto infatti un rinvio a causa dell’eccessivo raffreddamento del cadavere nella cella frigorifero della sala mortuaria dell’ospedale “Santa Maria Incoronata Dell’Olmo”, dove la salma del giovane è stata tenuta per cinque giorni. Una “scoperta” che è stato fatta, però, solo dopo l’arrivo della salma al cimitero, dove ci si è imbattuti in un’altra disavventura: la sala autoptica, secondo quanto denunciato dal legale e dai familiari di De Falco, era priva delle minime condizioni igienico sanitarie.

«Il Comune di Cava si deve vergognare – affermano infuriati i congiunti del carabiniere – Hanno buttato Simone in una sorta di rimessa. Tutto questo dopo che c’è stato un impegno massiccio da parte dei carabinieri, del magistrato, dei medici legali. In quel posto, non era igienicamente possibile eseguire l’autopsia. Il consigliere comunale delegato ai servizi cimiteriali, Gerardo Baldi, anziché dichiarare che la sala era perfettamente pulita, all’arrivo della salma, avrebbe dovuto preoccuparsi di avvertire della inidoneità della stanza. Avremmo provveduto al trasferimento della salma altrove, non nella spazzatura...». I familiari di Simone De Falco sono «nauseati» per il trattamento riservato al loro congiunto, al punto da rifiutare l’allestimento della camera ardente nella sala mortuaria del cimitero. Ancora più grave, per la famiglia De Falco, è la vicenda del congelamento del cadavere, che ha impedito la perizia, e rispetto alla quale hanno chiamato in causa l’Asl attraverso l’esposto presentato alla Procura dal legale di fiducia, l’avvocato, Alfonso Senatore. «C’è stata una grave mancanza dell’Asl – accusano i familiari dell’appuntato – Hanno ricevuto, per tempo, date e orari del trasferimento della salma. Saranno necessari due giorni per riportare a una temperatura adeguata un ragazzo con la stazza fisica di Simone». Proprio in attesa del processo di “scongelamento” della salma, l’autopsia è stata prevista per domani mattina all’ospedale di Battipaglia, dove poi sarà allestita anche la camera ardente.

Sul gesto estremo compiuto dall’appuntato c’è massimo riserbo da parte della famiglia, che confida molto nella magistratura. Il fatto però che i congiunti abbiano nominato un proprio medico legale con competenze balistiche, Giuseppe Consalvo, conferma i dubbi e le perplessità. «Ci sono state delle incongruenze sul gesto, la magistratura sta indagando...», si limitano a dire. Ora si attende l’esito dell’autopsia e il ritorno in città di Simone, i cui funerali, con molta probabilità, si terranno nel primo pomeriggio di lunedì.

Annalaura Ferrara

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