Ventre: «Danneggiati anche i negozianti»

Molte attività chiuse ieri mattina nel centro storico. Minoliti: «Vescovo poco propenso al dialogo»

SALERNO. La brutta piega presa dalla festa per il santo patrono era una storia annunciata, secondo il presidente del comitato di quartiere “Centro storico”, Ermanno Minoliti: «È stato imbarazzante quello che è successo ma, come si suol dire, chi è causa dei suoi mal pianga sé stesso. L’umore dei cittadini era cupo già da diversi giorni e si è palesato questa sera (ieri per chi legge, ndr). Il vescovo ha ritenuto di continuare con la sua idea di processione ridotta ed accelerata e queste sono state le conseguenze».

Le avvisaglie c’erano già appunto da giorni, da quando i cittadini avevano preannunciato un certo malessere, accompagnati dai commercianti che, a detta di Antonio Ventre dell’associazione “Mercanti del centro storico”, avevano previsto non solo un danno per la festa, ma anche per l’economia: «In mattinata quasi tutti i negozi e gli esercizi commerciali sono rimasti chiusi. È una forte delusione per noi esercenti considerando poi che in serata l’assenza dei consueti fuochi di fine celebrazione hanno portato ad un pesante danno economico per le attività di ristorazione del centro cittadino».

«Non serviva cancellare le soste davanti la sede della Finanza e davanti Palazzo di Città – rimarca Minoliti – La tradizione è stata stravolta e non si è guadagnato molto in fatto di sobrietà. La città è stata letteralmente scippata della sua tradizione popolare che nulla toglieva a quella religiosa, e questo è un dato di fatto. Il risultato è stato una celebrazione che è sembrata essere un corpo estraneo per la città, dove tutti avevano solo voglia di finire in fretta. Questo prima che la situazione precipitasse nell’imbarazzo e nel caos. Capiamo anche l’assenza del sindaco, che già aveva mostrato perplessità. Comprensibile anche il punto di vista dei portatori, che si sono visti togliere qualcosa che non era nulla di peccaminoso, anche se non siamo stati felici di assistere ai fischi e alla messa a terra della statua del Santo patrono, ma le prese di posizione della Curia hanno avuto il sopravvento fino all’inizio della processione».

Minoliti non nasconde il suo disappunto nei confronti di monsignor Moretti: «Tempo fa aveva dimostrato scarsa propensione al dialogo non accogliendo la nostra richiesta di non far diventare la chiesa di Santa Maria dei Barbuti un dormitorio per clochard. Non è una mancanza di carità cristiana, ma in quel caso siamo stati noi a chiedere il rispetto della tradizione religiosa. Ma la Curia semplicemente non ha fatto nulla ed ora la questione è passata alla Procura della Repubblica».

Emilio D’Arco

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