il caso

Venti di guerra anche alla Paif «Piano industriale o sciopero»

Resta un mistero il futuro della Paif, storica azienda battipagliese che rischia seriamente la chiusura. Dopo aver firmato, lo scorso ottobre, per prolungare la cassa integrazione straordinaria di 83...

Resta un mistero il futuro della Paif, storica azienda battipagliese che rischia seriamente la chiusura. Dopo aver firmato, lo scorso ottobre, per prolungare la cassa integrazione straordinaria di 83 dipendenti fino al 31 dicembre, l’azienda ha poi aperto la procedura di mobilità volontaria per 50 delle stesse 83 unità lavorative. Nella giornata di mercoledì, alcuni lavoratori e rappresentanti aziendali hanno incontrato la dirigenza della fabbrica per ottenere lumi sul futuro lavorativo e dell’azienda. La richiesta specifica è stata quella di avere un piano industriale dettagliato, con le ipotesi numeriche su licenziamenti e cassintegrati. L’ultimatum dei lavoratori all’azienda scade lunedì: senza piano industriale, i sindacati dichiareranno lo stato di sciopero permanente.

Un’eventualità che chiaramente la dirigenza vuole evitare, anche per l’impatto sociale che avrebbe tale operazione da parte dei lavoratori. La procedura di mobilità volontaria resta comunque aperta e si tratta di una possibilità aperta per 50 dipendenti. Nel senso che eventuali volontari potranno beneficiare di un incentivo all’esodo, che sarà stabilito a livello personale con l’azienda, se vorranno rientrare nella lista degli addii.

La situazione della Paif resta appesa ad un filo. All’altro capo c’è il Tribunale di Salerno, che dovrà valutare il piano di concordato preventivo stilato dall’azienda battipagliese. Nel documento sono specificati tempi, modi e termini entro cui la Paif dovrà saldare debiti con fornitori e creditori vari.

Se il Tribunale darà l’ok, l’azienda avrà un disegno da seguire per rientrare della pericolosa situazione debitoria. In caso contrario, il Tribunale potrebbe avviare le procedure di fallimento, avendo in mano gli atti ingiuntivi dei creditori.

L’azienda si avvale attualmente di un organico di 124 dipendenti. Il gruppo è presente a Battipaglia con due opifici per la produzione di piatti, bicchieri e posate monouso; pellicola, alluminio, vaschette e sacchetti per la conservazione dei cibi. L’azienda opera nel settore degli articoli monouso da più di 30 anni.

La prima scintilla sulla Paif era stata accesa lo scorso marzo, quando l’allora sindaco Santomauro aveva ricevuto una delegazione di sindacati e dirigenti per valutare la vertenza, senza tuttavia trovare una soluzione alla vicenda. Medesima era stata l’attenzione del movimento “Etica”, col consigliere Cecilia Francese che aveva inviato all’amministrazione un’apposita interrogazione sull’argomento. Da allora la situazione è solo peggiorata, mettendo a rischio l’esistenza stessa dello stabilimento. (f.p.)