ieri sit-in davanti al comune 

Venditori di castagne «Pronti alla protesta»

Rivendicano il diritto al lavoro, la dignità di chi sopravvive vendendo castagne e zucchero filato per sfamare la famiglia. Chiedono un permesso a tempo, almeno per i giorni di Natale, i caldarrostai...

Rivendicano il diritto al lavoro, la dignità di chi sopravvive vendendo castagne e zucchero filato per sfamare la famiglia. Chiedono un permesso a tempo, almeno per i giorni di Natale, i caldarrostai multati e sgombrati dal corso Vittorio Emanuele che ieri hanno protestato davanti al Comune. A metterli “fuori legge” sono le nuove norme sulla sicurezza. In particolare, sono state bandite le bombole a gas che alcuni di loro utilizzano. Inoltre, tutti non hanno mai avuto l’autorizzazione all’occupazione del suolo pubblico. Portavoce delle istanze degli ambulanti è il consigliere comunale Domenico Ventura che, con i suoi modi coloriti, ha assicurato che l’Amministrazione deciderà giovedì che cosa fare, «nel rispetto del quadro di regole dalle quali l’Amministrazione non può sottrarsi». Non sono pochi, però, i nodi da sciogliere perché qualsiasi decisione verrà presa dal Comune dovrà tenere conto delle regole sulla sicurezza sulle quali non c’è possibilità di mediazione né con il prefetto né con il questore. L’ipotesi più probabile è che si decida di autorizzare chi ha già una licenza in spazi a norma. «Se mi dicessero che c’è un lavoro stabile e dignitoso correrei, ma ora l’unica alternativa per sfamare i miei figli è questa attività», spiega Luca Mari. Tra loro anche Domenico Pirro, in strada a protestare insieme alla moglie che aspetta il secondo figlio e lavora con lui. «Qui ci trattano come gli spacciatori. Preferiscono che andiamo a rubare?», domanda provocatoriamente un venditore che, come molti altri è un ex detenuto in cerca di riscatto. «Non si può fare la legalità all’improvviso, siamo pronti a bloccare le Luci d’artista se non avremo risposte», gli fa eco un altro caldarrostaio manifestante. (e.t.)
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