operazione “Charcutier” 

Vendevano la droga “porta a porta”: in sei a processo

Affronteranno il processo sei imputati coinvolti nella maxi operazione antidroga ribattezzata “Charcutier”, letteralmente “salsicciaio”, dal mestiere di uno dei personaggi incappati nell’inchiesta...

Affronteranno il processo sei imputati coinvolti nella maxi operazione antidroga ribattezzata “Charcutier”, letteralmente “salsicciaio”, dal mestiere di uno dei personaggi incappati nell’inchiesta del 2015. In particolare, il Gup del Tribunale di Nocera Inferiore ha disposto il rinvio a giudizio per Luciana e Maria Ilaria Guadagno, gemelle ventisettenni di Pagani, Gaetano Lamberti, 44 anni, di Roccapiemonte e residente a Mercato San Severino, Santo Attianese, 38, di Pagani, Franco De Risi, 55, di Pagani, e Antonio Cesarano, 28, paganese, con il processo fissato al prossimo quattordici marzo.
L’attività di spaccio contestata riguardava sostanza stupefacente tipo cocaina da tiro e da fumare, con il coinvolgimento di altre persone la cii posizione è stata stralciata dal procedimento originario. Nel mezzo dell’attività investigativa portata avanti sull’asse Pagani-Angri dai carabinieri del nucleo operativo di Nocera inferiore, furono sottoposti a sequestro 400 grammi di cocaina che secondo gli inquirenti venivano smerciati grazie al sistema del “porta a porta”: i clienti contattavano telefonicamente gli spacciatori e si facevano consegnare a domicilio o in luoghi prestabiliti dosi normali o “cusarielli”, cioè piccoli “pallini”, bussolotti da smercio al dettaglio. Dopo circa sei mesi di indagini, il pm della Procura nocerina, Roberto Lenza, chiese e ottenne una serie di misure di custodia, poi cessate con la fase conclusiva delle indagini preliminari.
Lo spaccio in dosi avveniva, in particolare, tra Angri e Pagani, ma in un’occasione i pusher fecero consegne anche a Cava de’ Tirreni. Lo stupefacente, secondo quanto accertato dai carabinieri, veniva acquistato tra Boscoreale e Torre Annunziata. L’indagine si incrociò con un’altra nella quale gli inquirenti monitorarono un’associazione che riciclava e rubava autoveicoli.
La frase captata dai militari, “portami i pallini”, riguardava una consegna di droga, che meritò ulteriore attenzione investigativa. In particolare, rispetto alle attuali contestazioni, nel marzo 2014 i militari rinvennero droga a casa delle gemelle in seguito ad una perquisizione, risalendo poi ad altri due personaggi che hanno seguito diversi iter giudiziari, Giacomo De Risi e Giacinto Attianese. Con loro, erano coinvolto anche Giuseppe Villani e Alberto La Gatti, tutti giudicati in procedimenti separati, ma inizialmente finiti nella fase centrale dell’indagine in questione.(a. t. g.)
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